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crapanzano sal seduto

VCO - 10-02-2020 - Oggi 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo.

Abbiamo chiesto di che si tratta all’avvocato Carlo Crapanzano.

Cos’è il Giorno del Ricordo?

Il Giorno del Ricordo è stato istituito con la Legge 92/2004 e oggi ricorre la sedicesima celebrazione. E’ un giorno che abbiamo il dovere di vivere con oggettività e tristezza. E’ un giorno che ricorda la morte di circa ventimila sorelle e fratelli italiani, uccisi nelle Foibe, nella ex Jugoslavia di Tito, tra l’8 settembre 1943 e il 10 febbraio 1947.

Cosa sono le Foibe?

Le Foibe sono fenditure del terreno strette e profonde, oppure pozzi o inghiottitoi molto profondi.

Perché circa ventimila italiani furono uccisi nelle Foibe?

Dopo l’8 settembre 1943, giorno della resa degli italiani, nei Balcani, in Croazia e Slovenia, i partigiani jugoslavi di Tito vollero vendicarsi contro i fascisti che, nell'intervallo tra le due guerre mondiali, avevano amministrato quei territori con una certa durezza, imponendo di fatto una italianizzazione poco sopportata dalle popolazioni locali. Gli italiani non comunisti, anche se non erano fascisti, furono considerati tutti colpevoli e nemici del popolo e quindi moltissimi furono prima torturati e poi gettati nelle foibe.

Chi effettuò le uccisioni?

Fu soprattutto il reggimento IX Korpus e la polizia segreta di Tito, l’OZNA (Odeljenje za Zaštitu NAroda, Dipartimento per la Sicurezza del Popolo) ad effettuare le esecuzioni di migliaia di italiani innocenti. Venivano uccisi solo perché italiani e solo perché non erano comunisti.

Qual era lo scopo di Tito?

Tito voleva conquistare Trieste, dopo aver occupato l’Istria (che era italiana) e ci è mancato poco. In effetti conquistò Fiume e tutta l’Istria, ma gli fu impedito di arrivare a Trieste grazie agli Alleati che nel frattempo erano risaliti per la penisola, soprattutto gli inglesi comandati dal generale Freyberg. La reazione di Tito fu feroce e aumentarono le esecuzioni contro gli italiani.

Che fine hanno fatto gli italiani non uccisi?

Nei mesi di maggio/giugno 1945 gli italiani non uccisi, furono obbligati a lasciare la loro terra. Furono circa 250 mila le persone costrette a lasciare la casa di abitazione e tutti i loro beni.

Come avveniva la morte nelle Foibe?

Prima vennero uccisi i carabinieri, i poliziotti e le guardie di finanza e i poi i pochi militari fascisti e poi i civili. La morte era particolarmente crudele perché i condannati venivano legati l’uno all’altro con un filo di ferro molto lungo e legato ai polsi. I condannati venivano avvicinati sull’orlo della foiba e venivano uccisi solo i primi tre o quattro della fila che, cadendo, trascinavano nel pozzo tutti gli altri che erano ancora vivi. Una morte crudele tra infinite sofferenze.

Perché è stata scelta la data del 10 febbraio?

Perché il 10 febbraio del 1947 fu firmato il trattato di pace di Parigi che poneva fine alla questione dei territori: l’Italia perse in favore della ex Jugoslavia numerose città come Zara, Pola e Fiume, perse la

Dalmazia, le isole del Quarnaro, l’Istria e una parte della provincia di Gorizia. Con il trattato di pace, la Jugoslavia confiscò tutti i beni che appartenevano agli italiani con l’accordo che il Governo italiano li avrebbe indennizzati.

Gli italiani che lasciarono la Jugoslavia dove sono andati?

Ci si aspetterebbe che siano tornati in Italia. Invece migliaia e migliaia di italiani emigrarono nei più diversi Paesi del mondo e pochissimi fecero rientro in Italia.

Perché si è aspettato fino al 2004, praticamente sessanta anni, per riconoscere il Giorno del Ricordo e la tragedia delle Foibe?

Dopo il trattato di Parigi del 1947, i governi italiani tentarono di minimizzare questa infinita tragedia umana che riguardava i nostri connazionali. Era prevalente politicamente la voce degli antifascisti, dei cattolici e dei comunisti. Quello che aveva fatto il comunismo, invece, altrettanto aberrante, tragico e crudele, passava in sordina. Solo dopo il 1989, con la caduta del muro di Berlino, fu evidente che l’aria era cambiata. Nonostante questo, passarono ulteriori 15 anni per arrivare alla Legge 92 del 2004.

La legge 92 del 2004 prevede altro?

Sì. E’ previsto un riconoscimento ai congiunti degli infoibati. Il riconoscimento consiste in un'insegna metallica, con relativo diploma, da concedere su domanda al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti oppure, in mancanza di questi, ai parenti fino al sesto grado, di coloro che tra l'8 settembre 1943 e il 10 febbraio 1947, in Istria, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale, furono soppressi e infoibati, nonché agli scomparsi e a quanti nello stesso periodo e nelle stesse zone, furono soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato. La domanda poteva farsi entro dieci anni dall’entrata in vigore della legge, ma il Decreto-Legge 210/2015, convertito con la legge 21/2016, ha elevato il termine a venti anni. Quindi le domande dei parenti degli infoibati possono essere presentate entro il 28 aprile 2024 alla Presidenza del Consiglio dei ministri per ottenere l’insegna metallica e il diploma.

Lei pensa sia sufficiente questo riconoscimento?

Sull’insegna metallica e sul diploma da dare ai parenti degli infoibati, evito commenti. Mi interessa però che se ne parli, che questi nostri connazionali vivano nella nostra memoria al pari di tutti gli altri italiani che con la loro vita ci hanno regalato una Libertà che spesso non apprezziamo e altrettanto spesso non meritiamo.