VERBANIA - 10-11-2015- Calunnia. È questo il reato per il quale l’operaio albanese Genc Ajazi è stato condannato martedì dal tribunale di Verbania. Il giudice Rosa Maria Fornelli l’ha ritenuto colpevole, assolvendolo però dalla falsa testimonianza, di aver calunniato l’avvocato genovese Michele Montemagno. I fatti nascono in seguito al gravissimo incidente sul lavoro che nel dicembre del 2008 si verificò all’interno della (allora) costruenda galleria della Val Formazza. Ajazi lavorava con l’operaio che, nel tentare di rimettere in carreggiata un vagone uscito dal binario, ci rimise un piede. Montemagno era l’avvocato incaricato delle cosiddette indagini difensive per conto della parte lesa, di raccogliere cioè prove e testimonianze che dimostrassero come l’incidente si fosse verificato per una pericolosa pratica (ricollocare sulle rotaie i vagoni con una leva e un argano) e per la mancanza di strumenti di sicurezza (non c’erano radio e chi manovrava l’argano a monte non poteva parlare con chi stava a valle) imputabili al titolare della ditta. In quella veste convocò nel suo studio Ajazi e ne raccolse una testimonianza poi prodotta nel processo penale tenutosi a Domodossola e conclusosi con la condanna dei responsabili dell’impresa e un risarcimento. In quell’occasione l’operaio cambiò versione e disse che all’avvocato aveva lasciato fogli firmati in bianco e che quelle dichiarazioni non erano state rese da lui. Tesi che non ha retto in aula anche perché in una delle copie da lui firmate la grafia si sovrappone al testo stampato e che è costata all’uomo una condanna. Il suo avvocato difensore, Francesco Mora, rammaricandosi di non aver mai visto il cliente che difendeva d’ufficio, ha cercato di ricondurre il comportamento dell’imputato a una scarsa conoscenza delle conseguenze facendo anche notare la circostanza per cui, licenziato dopo l’incidente, Ajazi fu riassunto prima del processo.