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IgnotiFondotoce

VERBANIA – 21-02-2020 -- Sarà la scienza

a tentare di dare un nome alle vittime degli eccidi di Fondotoce, Pogallo e Baveno. Nel 1944, al culmine dei rastrellamenti nazifascisti in Val Grande, furono giustiziate decine di persone. L’episodio più noto alla storia è quello dei 42 Martiri di Fondotoce, alcuni dei quali -come coloro che persero la vita a Baveno e Pogallo- sono rimasti ignoti. Allora non si fu in grado di stabilire l’identità di 33 morti che ora, grazie a un accordo tra enti e con la disponibilità delle moderne scienze forensi, potrebbe emergere. Nei giorni scorsi l’associazione Casa della Resistenza, i comuni di Verbania e Baveno e il Parco nazionale della Val Grande hanno firmato la convenzione triennale con il Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università di Milano per l’esame dei resti. Gli esperti guidati dal medico legale Cristina Cattaneo estrarranno il Dna dalle ossa e ricostruiranno il profilo genetico e biologico degli ignoti. Non è detto che ciò permetta un’identificazione, ma è la volontà, a 76 anni da quei fatti, di riconoscere loro – come afferma la Casa della Resistenza – “il diritto al nome, che è dovere morale garantire per estensione anche ai defunti”.