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aula tribunale generico

VERBANIA – 11.11.2015 – Sette su otto hanno chiesto il patteggiamento 

e l’ultimo non l’ha escluso di ricorrervi. All’udienza per la richiesta di rinvio a giudizio del processo firmopoli che s’è tenuta oggi di fronte al Gup del Tribunale a Verbania, quasi tutti gli imputati hanno espresso la volontà di patteggiare. Marco Zacchera (difeso dall’avvocato Cecilia Rizzica di Roma), Luigi Songa (Marisa Zariani), Antonio Tambolla (Sabrina Cane), Antonio Di Tullio (Simona Grossi), Diego Brignoli (Luca Molino), Giuseppe Grieco (Giovanni Aquino) e Giulio Lapidari (Clarissa Tacchini) hanno optato per il rito alternativo chiudendo subito il processo con una pena. Chi paga più di tutti è l’omegnese Luigi Songa, autenticatore di Forza Italia, Fratelli d’Italia-An e Lega Nord-Indipendenti che per l’accusa ha autenticato firme false (e di alcune ne sarebbe stato anche l’autore) o firme regolari irregolarmente raccolte. Per lui la richiesta è di 10 mesi e 15 giorni.

È di 10 mesi la pena chiesta da Zacchera al giudice. L’ex sindaco d Verbania è accusato di alcune firme false e di aver collaborato a alterare le liste di Fi e Fdi-An.

Per le firme false di Fi, Tambolla avrà 7 mesi. 5 mesi e 25 giorni al candidato di Fdi-An Di Tullio (è accusato d’aver firmato al posto dei figli), 5 mesi e 20 giorni per l’ex vicesindaco Grieco, l’ex presidente del Consiglio comunale Brignoli e il consigliere comunale di Omegna Lapidari. I primi due avevano autenticato a posteriori le firme regolari rispettivamente di Verbania bene comune, Sinistra Unita e CittadiniConVoi; e del Pd. Il terzo è chiamato in causa per la lista LiberItalia Liberiamo Verbania di Stefano Gaggiotti. Oggi l’avvocato di Lapidari aveva iniziato l’udienza chiedendo per il suo assistito il rito abbreviato (a processo senza prove aggiuntive, né testimoni, ma con il beneficio dello sconto di un terzo dell’eventuale pena) condizionato all’acquisizione della testimonianza proprio di Gaggiotti, mai interrogato in fase di indagine. Il giudice ha respinto la “condizione” e Lapidari ha chiesto il patteggiamento.

Diversa la posizione di  Marco Campanini, ex consigliere provinciale della Lega che ha autenticato M5S e il Movimento civico insubria (anche con firme false). Per un difetto di notifica non gli è pervenuto al domicilio l’avviso che l’udienza si sarebbe tenuta oggi. Anche per questo il magistrato ha rinviato al 10 dicembre.

Delle quattro parti offese, si sono costituiti parti civili - la tesi è che il danno non è determinato dall’esito elettorale ma dalla turbata regolarità delle elezioni prima ancora che si votasse - solo Marco Parachini e Valentina Incerto (due erano sottoscrittori che avevano disconosciuto la firma). Incerto era la capolista di Comunità.vb, una delle due liste risultate “pulite” dalle indagini insieme a Ncd, Parachini il candidato sindaco della coalizione. Con il primo, rappresentato dall’avvocato Paolo Patacconi, hanno chiesto la costituzione anche Fabo Cardoletti, Stefania Fobelli (candidati di Comunità.vb), Lidia Carazzoni e Rosalinda Zariani. Carazzoni era la presentatrice di Comunità.vb; Zariani una semplice elettrice.

Con Incerto, rappresentata dall’avvocato Patrich Rabaini, hanno avanzato istanza Andrea Carazzoni, Matteo Marcovicchio e Andrea Canali (candidati Ncd), Cristiano Pelganta, Rachele Vitello e Mauro Uglietti (candidati Comunità.vb), oltre a Massimo Ronchi presentatore della lista Comunità.vb.

Gli altri avvocati difensori hanno presentato più eccezioni sulle parti civili, sia di diritto, sia nel merito delle spese legali presentate. Il Gup le ha ammesse tutte e 13. Le parti civili hanno indicato in linea generale un risarcimento complessivo non inferiore ai 100 euro e, comunque, da stabilire dal Gup se ritenesse di subordinare il risarcimento – che, hanno annunciato, sarà devoluto per attività civico-sociali – al patteggiamento.

Nell'udienza del 10 dicembre il Gup esaminerà la posizione di Campanini e si esprimerà sulle richieste di patteggiamento concordate tra imputati e pm. 

Degli imputati, oggi in aula erano presenti solo Tambolla e Brignoli. A accompagnare quest'ultimo, fuori dall'aula e in segno di solidarietà, il collega di partito Corrado De Ambrogi.