VERBANIA - 24-02-2020 -- I suoi datori di lavoro,
con i quali i rapporti non erano buoni e che da lì a poco l’avrebbero licenziato, non gli credettero quando lui, 46enne caporeparto alla Itrade (l’azienda che ha ritirato la fabbrica di giocattoli Nuova Faro di Omegna) aveva denunciato un infortunio sul lavoro. Rialzandosi dopo aver afferrato un attrezzo, aveva urtato con la testa il tubo di scarico del caricatore d’inchiostro collegato a una tramoggia. Una bella zuccata, che però non gli aveva impedito di portare a termine il lavoro, interrotto poco dopo da un suo superiore che l’aveva ripreso perché aveva messo mano ai macchinari senza autorizzazione. Al culmine di quel dissidio verbale, lamentando di avere il mal di testa, il caporeparto se n’era andato, diretto al pronto soccorso di Omegna. Era il mese di settembre del 2016. Il giorno dopo mandò via messaggio il certificato medico e si mise in infortunio. Un infortunio mai avvenuto secondo l’azienda che, oltre a risolvere il rapporto di lavoro -il licenziamento è stato impugnato e le parti hanno raggiunto un accordo per l’indennizzo-, sporse denuncia.
Il caporeparto, che oggi ha un altro impiego, è stato così indagato e rinviato a giudizio per il reato di truffa, per il quale oggi il pm Maria Traina ha chiesto la condanna a 9 mesi e 450 euro di multa. Nessuna truffa – ha replicato l’avvocato difensore, Marco Gagliardini –, perché l’episodio è avvenuto realmente come raccontato da un testimone, perché c’è un referto medico e, comunque, perché non c’è stato alcun vantaggio. Il giudice Annalisa Palomba ha accolto la richiesta della difesa e l’ha assolto.