VERBANIA – 12.11.2015 – Il giorno dopo la prima udienza
di firmopoli tutto tace, o quasi. Nessun partito o suo esponente ha commentato una vicenda che, abbracciando quasi tutto l’arco costituzionale cittadino, è un taboo o quantomeno un terreno minato.
Chi va all’attacco è Comunità.vb, che s’è costituita parte civile con il candidato sindaco Marco Parachini, la capolista Valentina Incerto, i due presentatori di lista e alcuni candidati. Avendo il gup accettato tutte le costituzioni, compresa un’elettrice estranea alla politica, il gruppo di minoranza critica l’assenza del Comune, che definisce “molto grave”. “Quando si viene eletti si cessa in parte di essere uomini e donne di partito – si legge in una nota – per diventare amministratori del bene pubblico. E non si dovrebbe guardare in faccia a nessuno. Altrimenti i buoni propositi e i sermoni che solo l’altra sera la Sindaco ha espresso al Consiglio Comunale sul bene superiore e il cittadino non sono altro che parole d’ipocrisia gettate al vento”.
Nel pomeriggio la risposta del primo cittadino Silvia Marchionini, che si giustifica con la mancata indicazione da parte della Procura del Comune come parte offesa , che “si rende evidente come non esistevano i presupposti per tale scelta”. Poi un contrattacco politico. “Piena solidarietà, come ho più volte ripetuto, agli esponenti del PD coinvolti stante l'evidente sproporzione tra il fatto avvenuto (l’autentica delle firme) e l'esito penale. Mi stupisco come ad un politico di lungo corso come Parachini manchi la sufficiente serenità per affermarlo ed invece pretenda un'azione quasi persecutoria e assolutamente discrezionale del Sindaco”.