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ROMA - 04-03-2020-- E' il momento dei nervi

saldi e della testa sul collo (da parte delle istituzioni), ha esordito Enrico Borghi nella sua replica durante il question time alla Camera dei Deputati, dedicato soprattutto all'emergenza Covid 19. Lo spunto dell'intervento del deputato ossolano, è stata l'interrogazione del PD che chiedeva al ministro Boccia ragione su quelle voci spesso dissonanti che giungono dalle diverse istituzioni  in queste giornate di preoccupazione e confusione. La clausola di supremazia, dove in caso d'emergenza nazionale è lo stato a dover dare indicazioni, è il punto sul quale s'è insistito. Una logica, ha detto Borghi dopo la riposta del ministro, che va rimarcata. Anche se la clausola di supremazia dello stato non è scritta in Costituzione. Tuttavia la richiesta del Pd non corrisponde a una "subordinazione dei poteri ma significa organizzazione, capacità di esprimere una classe dirigente all'altezza del grande paese che rappresenta", ha precisato. Tre no e tre sì la sintesi del pensiero di Borghi. No al "sindacalismo istituzionale" (dove tutte le istituzioni di fronte a un tema rivendicano a sé brandelli di competenza), no allo scaricabarile, ovvero allo scaricare su altri le responsabilità attribuite loro, no alla "cacofonia", dove tutti parlano contro tutti. Nei tre sì la ricetta per superare tutti insieme questo momento, nel principio di quella "leale collaborazione" scritta in Costituzione. Sì, appunto, alla logica della supremazia dello stato; sì alla responsabilità, sì (e questo è il primo punto), all'organizzazione, dove ciascuno "sappia cosa fare".