VERBANIA – 14.11.215 – La giustizia sportiva indaga sul Verbania calcio.
Questa mattina a Ornavasso, nella sede della delegazione Figc-Lnd del Vco, sono saliti da Torino rappresentanti della Procura federale, i pubblici ministeri del pallone. Hanno interrogato alcune persone, di sicuro l’attuale presidente biancocerchiato Massimo Inserra e l’ex allenatore Alessandro Oliva.
Nulla di ufficiale trapela, ma si tratterebbe di un’indagine avviata da qualche mese e che è verosimilmente riconducibile alla tumultuosa estate della società lacuale, con il “giallo” della liberatoria di Oliva (che il diretto interessato ha negato d’aver firmato se non il giorno prima della scadenza delle iscrizioni) e l’iscrizione in extremis completata per l’accordo tra la proprietà Francesca Pangallo-Enrico Montani con Inserra, cui è stata affidata la gestione sportiva per un anno.
E mentre Montani annuncia che la moglie è stata chiamata dalla medesima Procura federale per discutere dell’esposto presentato contro i dirigenti del settore giovanile poi fuoriusciti e che hanno contribuito alla nascita dell’Accademia Verbania calcio, Inserra prepara un altro esposto, questa volta sulle vicende recenti della squadra, che per volontà dei giocatori è in “sciopero” e non scenderà in campo domani contro il Piedimulera, per la seconda domenica consecutiva dopo Villanova. Il massimo dirigente (almeno per ora, perché è intenzionato a dimettersi) agli ispettori calcistici ha spiegato di aver appreso che esistevano due gruppi di whatsapp della squadra, uno nel quale era membro e un altro ristretto a calciatori e staff. Nel primo lui chiedeva la disponibilità a giocare e nell’altro – così ha denunciato – alcuni calciatori invitavano allo sciopero, supportati dal direttore sportivo Mauro Gallia e dall'allenatore Francesco Bigi. “Ne ho già parlato – conferma Inserra –, ma presenterò un esposto specifico a breve”. Se le accuse fossero confermate, si configurerebbe la violazione dell’articolo 1 comma 1 del codice di giustizia sportiva che recita: “le società, i dirigenti, gli atleti, i tecnici, gli ufficiali di gara ed ogni altro soggetto che svolge attività di carattere agonistico, tecnico, organizzativo, decisionale o comunque rilevante per l’ordinamento federale, sono tenuti all’osservanza delle norme e degli atti federali e devono comportarsi secondo i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva”. Gli eventuali responsabili rischiano rilevanti squalifiche.
Oltre al fronte sportivo, c’è anche quello della giustizia civile. In estate i Montani e Inserra sottoscrissero un accordo sportivo per il quale il secondo anticipò come prestito una certa somma (per l’iscrizione e gli adempimenti burocratici) da restituire dall’autunno in poi. La restituzione non è iniziata e Inserra ha avviato le pratiche per pignorare i beni dei Montani, che a loro volta contestano alcune decisioni di Inserra e che stanno valutando con il loro legale Marco Marchioni quale strada percorrere. Ma nel caso che il Verbania venga estromesso dal campionato, ci sarà un’altra causa: “chiederò i danni a Inserra – dice Montani –. Io non ho le risorse per portare a termine la stagione perché mi sto dedicando a saldare le pendenze della società. Lui aveva fornito garanzie precise. Se la squadra sarà esclusa dalla Promozione avrei un danno elevatissimo tra lo svincolo dei calciatori e i mancati incassi dei premi di preparazione”.
E non è da escludere una causa con il Comune o la Virtus Cusio. “So che la Victor Intra ha presentato ricorso al Tar per l’assegnazione dello stadio e dei campi di Possaccio, Renco e Fondotoce – conclude –. Se avesse ragione chiederei sicuramente i danni. Non so, poi, a che titolo la Virtus utilizzi il materiale e le attrezzature di proprietà del Verbania rimaste allo stadio…”.