1

colloro

COLLORO - 11.03.2020 - Prosegue

la collaborazione tra l’università di Pavia ed il Gruppo genealogico premosellese in merito al curioso caso del "Ciechi di Colloro". Il caso clinico emerse a fine '800 quando si appurò che dei 300 abitanti della piccola frazione sopra Premosello Chiovenda ben 16 erano affetti da cecità. Una percentuale che, superiore al 5% (altissima) nella popolazione di riferimento, incuriosì il medico emiliano Giuseppe Albertotti, luminare di oftalmologia. Albertotti nell’ottobre 1890 si recò di persona a Colloro ed effettuò uno studio approfondito edito nel volume "I ciechi di Colloro", tra l'altro ripubblicato di recente dal Gruppo genealogico del paese. In sostanza, l'alto numero di ciechi era riconducibile ad una malattia ereditaria della retina e del nervo ottico aggravata dall'usanza, all'epoca diffusa, di sposarsi tra consanguinei. Studi recenti hanno permesso di individuare che i 16 ciechi del 1890 erano tutti riconducibili ad un unico nucleo famigliare, quello della famiglia Pella di Capraga, frazione montana di Premosello. E che la tara ereditaria si trasmetteva per via femminile. La bizzarra anomalia, come detto, è ancora oggi oggetto di ricerche che, coi docenti dell'ateneo pavese, proseguono grazie alle fonti documentali prodotte e rintracciate dal suddetto Gruppo genealogico, peraltro autore del volume "Gente Nostra" del 2017 che raccoglie dal 1500 ad oggi i dati sulle famiglie premosellesi.