OGGEBBIO – 15.11.2015 – “Stiamo bene, ma quanto spavento”.
Il lungo weekend che Daniele Crotta e Michela Petrilli avevano organizzato a Parigi è finito precipitosamente venerdì sera. La coppia di fidanzati di Oggebbio era partita a metà settimana per la capitale francese con il treno da Milano-Porta Garibaldi. Avevano già organizzato di rientrare entro sabato, ma gli avvenimenti della sera prima hanno cambiato i piani. “Sul momento non ci siamo accorti di nulla – raccontano –. Avevamo cenato vicino al Sacro Cuore e eravamo in coda per entrare al Moulin Rouge, già con il biglietto in mano”.
In attesa di concludere la serata con uno degli spettacoli più famosi del mondo, Michela s’è accorta che sul cellulare, in modalità silenziosa, c’erano numerose chiamate senza risposta partite dai cellulari dei genitori. “Mi sono preoccupata, pensavo che fosse successo qualcosa a casa – spiega Michela –. Ho richiamato e mio papà mi ha detto subito di prendere il primo taxi e rientrare in albergo perché c’erano stati gli attentati. Sul momento non ho capito, ma dopo un attimo abbiamo sentito sirene e ambulanze suonare in continuazione. A quel punto ci siamo fatti largo tra la coda, abbiamo scavalcato la recinzione e ci siamo messi a correre finché abbiamo trovato un taxi”.
All’arrivo in albergo, la scoperta della realtà. “Alla televisione scorrevano immagini e notizie terribili. Solo allora ci siamo resi conto della gravità degli attentati e ci siamo preoccupati. Poi ho iniziato a ricevere decine di telefonate e di messaggi, rassicurando tutti”.
I due giovani erano lontani dai luoghi degli attentati. “Pochi chilometri in linea d’aria, ma nessuno di noi era comunque al sicuro. Se avessero sparato nel nostro ristorante o se fossero venuti al Moulin Rouge… come si fa a prevedere?”.
Preoccupati per come rientrare, hanno chiesto informazioni e la Farnesina ha consigliato di dirigersi il prima possibile in stazione, l’indomani. “C’era un caos incredibile, con migliaia di persone in cerca di un posto in treno. Tutti volevano fuggire. Noi avevamo i biglietti e teoricamente potevamo cambiare orario e treno. Allo sportello non ce l’hanno lasciato fare e, per non dover rifare la coda e perdere il treno, abbiamo dovuto pagarne due nuovi”. Partiti quasi all’ora di pranzo, sono rientrati a Milano alle 18 e, da lì, sul Verbano verso cena.