BERNA-16-03-2020-- Domenica il più importante giornale
della capitale svizzera, il Bernerzeitung, ha riportato una dettagliata cronaca delle misure anti covid19 applicate in Italia, descrivendo la situazione nel giorno di mercato, che sempre più bernesi frequentano usando il "trenino verde delle Alpi" giungendo dalla capitale svizzera, specie al sabato, nel capoluogo ossolano. Ecco il testo dell'articolo firmato dal giornalista Stephan Kunzi:
Atmosfera spettrale anziché mercato del sabato
Mercato di Domodossola- molte bernesi e molti bernesi iniziano volentieri il fine settimana con una nota di italianità. In frotte si avviano, quasi come in un pellegrinaggio, ogni sabato mattina al treno per poter sedere in un bar italiano in tempo per il caffè e godersi l’atmosfera del sud. E proprio a Domodossola, la città giusto dietro il Lötschberg ed il Sempione, che attrae per il suo mercato del sabato.
Ma al tempo del Coronavirus cambia tutto. Già prima dell’appuntamento settimanale ci si chiedeva dove fossero finiti tutti gli svizzeri. Ore dopo la situazione è diventata ancora più seria. Il Governo italiano ha fermato la vita pubblica e da allora la stragrande maggioranza dei negozi è chiusa. Venerdì pomeriggio è stato definitivamente annullato anche il mercato.
Silenzio abissale
Alle otto e mezza del sabato mattina a Berna sul Perron la situazione si fa palese. Tuttavia, la SBB, come è solita fare a quest’ora, aggancia al normale convoglio per Domodossola due carrozze supplementari riservate ai visitatori del mercato. Nessun stupore, ovunque, fra le file di sedili, regna un silenzio abissale. Dell’allegro chiacchiericcio che risuona di solito nei vagoni nessuna traccia, piuttosto regna un raccolto silenzio. A Briga si deve scendere, anche se i treni verso sud proseguono coraggiosi. Ancora più vuoti, perché a Domodossola ora ci va solo chi ha una valida ragione. È il regime imposto dalle autorità, la lotta messa in atto contro il virus altamente infettivo.
Tradizione millenaria
Graziella Raggi racconta all’altro capo della linea. La traduttrice quarantacinquenne è in questo sabato mattina nel suo appartamento a Domodossola e parla volentieri al telefono. Anche lei non può uscire all’aperto a piacimento. Ci vuole una buona ragione per uscire, lo ripete e racconta di controlli da parte della polizia. Questo non avviene solo alla stazione e non riguarda solo gli stranieri che arrivano. “Devo avere con me una certificazione, per dimostrare che faccio la spesa per la mia famiglia o che mi sto recando al lavoro”. Per strada c’è poca gente, poco traffico e solo due piccoli supermercati sono aperti. Veniamo serviti da addetti con mascherina e guanti.” Graziella Raggi lo sottolinea un po' malinconicamente. Allo stesso tempo racconta che in un normale sabato mattina è un continuo andirivieni, nelle viuzze si sente parlare prevalentemente tedesco. I bar e i ristoranti sono pieni e non meno di 150 banchi propongono le loro merci. ”Gli Svizzeri rappresentano un fattore essenziale per le attività commerciali del luogo. Molti negozi si adeguano ai loro bisogni” Un video del portale Ossola24.it conferma queste impressioni. Strade, piazze deserte a perdita d’occhio, anche in stazione non c’è praticamente nessuno. Il testo accompagnatorio dal portale parla di una città divenuta “fortunatamente” deserta, le cittadine e i cittadini starebbero mostrando che sono ben disposti a rispettare le disposizioni. Si tratta di una situazione alla quale ci si deve abitare tanto più se si considera che il mercato del sabato fa parte di una tradizione secolare. “Che io mi ricordi, non è mai successa una cosa simile”, dice Graziella Raggi.
A Berna tutto normale
A confronto le misure adottate venerdì per la Svizzera dal Consiglio Federale appaiono addirittura leggere. Di ritorno a Berna, l’attività commerciale del sabato fa il suo corso normale. Perfino il mercato.