COCQUIO TREVISAGO - 16-04-2020 -- Le autorità sono caute
sull’utilizzo su larga scala dei test sierologici per monitorare l’epidemia di Covid-19. Ma, come dimostra il recente caso del Covid-point di Verbania, c’è attenzione e interesse da parte della popolazione. E, anche tra gli amministratori, si fa avanti una corrente di pensiero che vorrebbe test a tappeto per, quantomeno, verificare il reale dato di diffusione del coronavirus. Tra gli amministratori locali in prima linea va annoverato il dottor Danilo Centrella. Quarantanove anni, medico, è primario di Urologia all’Asl Vco. Ma è anche, dal 2016, sindaco di Cocquio Trevisago, comune di quasi 5.000 abitanti situato a metà strada tra Laveno e Varese. Cocquio in questi giorni vive l’emergenza Covid-19 soprattutto per via dell’elevato numero di contagi verificatosi tra gli ospiti e il personale della filiale locale dell’istituto Sacra Famiglia. Le autorità sanitarie lombarde monitorano la situazione e seguono i protocolli, ma il sindaco/medico Centrella -che ha ben presente l’emergenza epidemiologica- ha voluto compiere un passo in più, puntando, appunto, sui test sierologici. Lo screening di massa dei cocquiesi è già realtà in questi giorni, perché il Comune, raccogliendo una somma di circa 25.000 euro tra contributi privati e taglio delle indennità degli amministratori, ha avviato le analisi -gratuite per i cittadini- su 1.100 persone. Appoggiandosi alla Croce Rossa e alla Protezione civile e utilizzando la palestra delle scuole come punto di prelievo, sono in corso i test. Gli esiti saranno consegnati all’Ats (l’equivalente della nostra Asl) e a enti di ricerca perché lo scopo è capire la reale portata dell’epidemia. Le analisi effettuate sulla goccia di sangue prelevata dal polpastrello permettono di individuare le immunoglobuline. Rivelano cioè se il corpo ha affrontato e debellato il virus o se lo sta combattendo.