VERBANIA - 19-04-2020 -- Settecentomila in Italia,
mille nel solo Vco: tutti con un contratto nazionale scaduto da 13 anni e mai rinnovato. Sono questi i numeri degli operatori e delle operatrici della sanità privata Aris Aiop che, in questi giorni di emergenza, sono tra le categorie esposte. In provincia lavorano perlopiù per le strutture che gestiscono i quasi 1.000 posti letto accreditati con la Regione, alcuni convertiti alle cure da Covid-19. Sono medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio e radiologia che, in questo frangente di difficoltà, non dimenticano le criticità. “In questo pesante contesto, gli Operatori sanitari hanno garantito e continuano a garantire un importante contributo attraverso un lavoro di alta qualità, in una situazione organizzativa di estrema difficoltà, con turni di lavoro e orari di lavoro massacranti e un livello altissimo di biorischio – denuncia in una nota Antonio Dellera, del settore Sanità della Cisl Piemonte orientale –. Di converso la situazione economica dei lavoratori è davvero vergognosa. I cosiddetti ‘nuovi eroi’ percepiscono stipendi da fame e indennità di rischio ridicole. Nonostante il continuo sviluppo delle attività accreditate, da tredici anni non si rinnova il contratto collettivo Nazionale con un effetto di perdita media del potere di acquisto per i lavoratori di oltre 300 euro al mese”.
Per questo la Cisl e le altre sigle sindacali chiedono che, terminata l’emergenza, si torni al tavolo e si rinnovi il contratto, ponendo fine a “una situazione di estremo degrado non più sostenibile”.