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VCO - 24-04-2020 -- C'è fibrillazione

tra i pendolari della tratta Domodossola-Arona-Milano. Con le misure di distanziamento sociale necessarie a contenere l'epidemia e l'avvio della cosiddetta "Fase 2" che prevede la riapertura di diverse attività, il recarsi quotidiamente al lavoro potrà essere più che mai complicato. Il sovraffollamento dei vagoni era una costante prima del virus, ora non potrà più essere così. Ma allora come ci si recherà a Milano? Intervistato dal quotidiano Il Giorno, l'ad di Trenord, Marco Piuri ha fornito una risposta che tuttavia solleva altri quesiti sulla praticabilità delle misure al vaglio. "[...] Considerato il numero di treni a disposizione, non possiamo trasportare più del 30-40% dei passeggeri che trasportavamo prima dell’emergenza Coronavirus - si legge nell'articolo- . E perché possano essere rispettate le norme anti-contagio, questa utenza deve essere spalmata nell’arco della giornata. Detto altrimenti: prima del Coronavirus trasportavamo 820mila pendolari al giorno ma 350mila di questi, Il 42,7% del totale, si concentravano in sole 4 ore di servizio: dalle 6 alle 8 e dalle 17 alle 19. Questo nella Fase 2 non potrà avvenire, bisognerà valorizzare le fasce di morbida, come quella tra le 10 e le 16. Per poter fare questo, chiediamo alle imprese, alle Camere di Commercio e alle associazioni di categoria di dirci come intendano riorganizzare i turni dei dipendenti e quanti di questi dovranno muoversi in modo da capire come conciliare le loro esigenze e le nostre possibilità di garantire un servizio sicuro. Trenord sta già facendo questo lavoro: abbiamo inviato questionari a 550mila pendolari e faremo altrettanto con 500 imprese convenzionate".
Probabilmente nelle prossime settimane (e mesi) vedremo lunghe file in stazione de tipo di quelle che si vedono davanti ai supermercati; saranno istituiti servizi di prelazione (anche senza posti numerati) e una app potrebbe avvisare gli utenti dello stato di riempimento del treno permettendo o meno l'ingresso di nuovi passeggeri. L'ad di Trenord aggiunge inoltre di sconsigliare l’obbligo di viaggiare solo seduti, che significherebbe "condannare i mezzi pubblici a viaggiare non più al 30 ma al 10% di capienza. È importante sottolineare che qualunque modello si adotterà, bisogna che sia modificabile perchè stiamo affrontando una situazione senza precedenti", conclude.
Insomma, le domande legittime dei pendolari ad oggi sono ancora senza risposta, intanto dal questionario che Trenord ha sottoposto agli utenti si evince che il 20% di essi ha deciso che si recherà al lavoro in auto.