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VERBANIA – 24.11.2015 – Un esposto alla Corte dei Conti

e una segnalazione all’Autorità anticorruzione a Roma. È, ancora una volta, il Giro d’Italia il bersaglio delle critiche del consigliere di minoranza Stefania Minore. Già in primavera, a più riprese, l’attuale rappresentante del Carroccio (allora nel Gruppo misto, dopo che era fuoriuscita dal Movimento 5 stelle) aveva puntato l’indice contro le spese, dirette e indirette, effettuate da Verbania per ospitare la “corsa rosa”. Ora quelle proteste si sono circostanziate in un esposto che si rifà sostanzialmente alla Legge Finanziaria del 2010. Quell’anno, tra le misure di contenimento della spesa pubblica, il governo (allora premier era Silvio Berlusconi) stabilì che “a decorrere dall’anno 2011 (…) non possono effettuare spese di

sponsorizzazioni (…)”.

Secondo Minore la convenzione approvata con Rcs (la società organizzatrice del Giro) dalla giunta il 14 ottobre 2014 è, in realtà, una sponsorizzazione. Per ospitare la tappa del Giro e ottenere tramite la corsa una certa visibilità nazionale e internazionale, infatti, Verbania ha pagato 110.000 euro più Iva a Rcs. Toccherà alla Corte dei Conti stabilire la natura del contratto e valutare se rientra nel divieto della Finanziaria 2010. Se la sponsorizzazione fosse illegittima si configurerebbe un danno erariale e, soprattutto, s’aprirebbe un “caso” nazionale perché il testo della convenzione è lo stesso approvato da tutti gli enti pubblici che ospitano un arrivo o una partenza del Giro d’Italia.

Con l’occasione Minore, sostenuta dalla Lega Nord, ha inoltrato altri esposti che si aggiungono ai 12 già presentati in primavera 3 dei quali oggetto della “raccolta” dei documenti affidata dalla Corte dei conti alla Guardia di finanza di Verbania e da questa effettuata venerdì. Le nuove segnalazioni riguardano i contributi per la Maratona del Lago Maggiore e la Mezza Maratona, per gli eventi collaterali al Giro d’Italia e per la copertura della roggia di Intra