STRESA - 16-05-2020 -- “Non lavoratori del turismo
e stabilimenti termali”. Sta in queste sette parole, messe nero su bianco dall’Inps, la motivazione ufficiale con la quale a una cameriera stagionale di Stresa è stato negato il bonus Covid-19 da 600 euro che avrebbe dovuto ricevere in aprile per marzo (e, con l’ultimo decreto, anche per aprile e maggio), insieme alle altre partite Iva e, appunto, agli stagionali del turismo. La comunicazione è arrivata in questi giorni, a oltre un mese dall’annunciata misura che tanto ha fatto discutere per i ritardi nelle istruttorie e nelle erogazioni. Ed è stata una doccia fredda, sia perché il sostegno economico per una delle categorie più penalizzate dall’epidemia pesa nel bilancio familiare, sia perché l’esclusione –peraltro comunicata un mese e mezzo dopo la presentazione della domanda– ha una motivazione che non si può accettare. La signora lavora come cameriera da più di vent’anni, come tante altre colleghe nella medesima situazione, e mai s’aspettava di vedersi rispondere così.
Il diniego ai 600 euro giunge in un momento di difficoltà ed incertezza. La difficoltà degli stagionali è legata alla serrata e al fatto che molti che hanno beneficiato dell’indennità di disoccupazione (valida per la metà del periodo lavorato nell’anno precedente), l’hanno già esaurita a gennaio. Quanto all’incertezza… se da un lato è vero che, anche con protocolli meno rigidi rispetto a quelli annunciati nei giorni scorsi, bar e ristoranti potranno presto aprire; dall’altro i ristoratori sono in difficoltà e, pur potendo tornare a lavorare (chi lo farà), si prospettano meno clienti e tagli del personale.