BELLINZONA - 18-05-2020 -- Un cortocircuito
sulla riapertura delle frontiere. È questo il rischio che, tra un provvedimento e l’altro, al di qua e al di là del confine, corrono l’Italia e la Svizzera, entrambe impegnate nella programmazione della riapertura oltre il lockdown. Sabato la Confederazione elvetica ha allentato la stretta ai valichi con Austria e Germania, riaprendo le frontiere pur vietando gli espatri per shopping e mantenendo cautele e limitazioni. Non l’ha fatto con la Francia (lo farà il 15 giugno) ma, neppure, con l’Italia (una data, al momento, nemmeno c’è).
Italia che, dal canto suo, pensa di consentire nuovamenti liberi spostamenti tra Regioni dal 3 giugno, data in cui vorrebbe riaprire anche le frontiere. Troppo presto – pensano nel Canton Ticino, il territorio rossocrociato più direttamente interessato, non solo per ragioni fisiche, ma anche perché il più provato della Confederazione da contagi, ricoveri e decessi. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane toccherà alla diplomazia trovare una soluzione e quell’accordo bilaterale -già chiuso con Germania e Austria- indispensabile per riattivare la circolazione delle persone, che per molti territori di confine come il Vco, significa anche la speranza di una boccata d’ossigeno per il turismo.