MONTEBELLUNA – 27.11.2015 – Sabato 19 dicembre.
La data, da appuntare sul calendario, non ha nulla a che vedere con l’Avvento e con le imminenti festività natalizie, ma è comunque storica. Quel giorno, salvo diversa decisione, Veneto Banca cesserà di essere una società cooperativa “una testa-un voto” e diventerà una spa. Per i soci dell’istituto di credito di Montebelluna convocati in assemblea è una rivoluzione copernicana (gli ex della Popolare di Intra, in questo senso, hanno già “dato”) che nessuno si aspettava e che è stata imposta per legge dal governo un anno fa.
Ma è anche, dati i tempi e le difficoltà, un passo che porta con sé timori e speranze. I timori sono innanzitutto legati ai conti. , Dopo aver chiuso il 2014 con un miliardo di rosso, nei primi nove mesi del 2015 Veneto Banca ha incassato perdite per altri 770 milioni. Poi c’è la questione della svalutazione delle azioni, che sarà realtà – bisogna capire quanto amara percentualmente – con il successivo sbarco in Borsa. Ma anche agli assetti societari sono un’incognita, come dimostra il grande attivismo, per esempio, dei soci che si riconoscono nell’associazione Per Veneto Banca e che, insieme, contano l’8% del capitale.
Oggi intanto è scaduto ufficialmente il termine entro cui Bsi, la Banca della svizzera italiana, aveva la possibilità di esercitare l’opzione sull’acquisto del 51,4% di Bim. La Banca Inter mobiliare, rilevata da Montebelluna negli anni scorsi, è destinata al mercato da tempo. Ma dopo una prima cessione a una cordata piemontese stoppata dalla Bce, anche la pista svizzera s’è raffreddata sino a spegnersi.
E mentre dentro l’istituto, dopo l’addio del potente dg Vincenzo Consoli e l’avvento di Cristiano Carrus e le dimissioni – per problemi di salute – del presidente Francesco Favotto sostituito dall’imprenditore Pierluigi Bolla, le acque sono agitate (ha lasciato anche il vicepresidente Alessandro Vardanega), la speranza è che arrivino tempi migliori e che si riesca a superare la tempesta e a traghettare l’istituto verso mari più placidi. Bolla ieri è stato categorico nel rilasciare dichiarazioni sul voto assembleare: “senza la spa la banca verrà commissariata”. Certo, anche superato questo scoglio, la strada resta in salita e, soprattutto, resta da capire quale sarà il futuro nell’ottica delle maxiaggregazioni bancarie caldeggiate anche da Bankitalia e Bce.