1

no maturita 2k20

VERBANIA - 26-05-2020 -- Manca poco più di un mese

(32 giorni per l’esattezza) all’esame di maturità e per gli studenti al quinto anno delle superiori di certo c’è poco o nulla. L’unico punto fermo, che nessuno di loro (di noi) pensava, è che il Covid-19 ha travolto e stravolto tutto. Le ultime indicazioni didattico-sanitarie hanno sostituito alle due prove scritte e all’orale, un colloquio multidisciplinare di un’ora che, partendo da un argomento -una sorta di tesina- toccherà argomenti vari. È un sistema che a molti studenti non piace, tanto che la protesta sta montando un po’ ovunque. Anche a Verbania, dove domenica sono stati affissi ai cancelli degli istituti superiori cittadini (“Cobianchi”, “Cavalieri”, “Ferrini” e “Franzosini”) gli striscioni di protesta del gruppo “nomaturita2k20”. Gruppo Instagram con 46.900 follower, si oppone all’esame elaborato dal ministero, chiedendo che sia cambiato. Come lo spiega Nicolò Acco, liceale a Verbania e maturando: “chiediamo che venga eliminato il colloquio orale e che si tenga in considerazione la media voti del triennio” – chiarisce, puntando l’indice sulle pecche del sistema elaborato dal ministero. “Il colloquio partirà dal lavoro su un argomento che i professori devono assegnare entro il 30 maggio. Siamo al 26 e nessuno l’ha ancora… – prosegue –. Poi si dovrebbe parlare di educazione civica e Costituzione, che non tutti a scuola studiano; e dell’alternanaza scuola-lavoro che qualche studente ha saltato perché per alcuni era prevista in quinta”.

Uno dei nodi principali è la Dad, l’acronomico di Didattica a distanza, che da marzo in poi è diventato lo standard degli studenti di ogni ordine e grado. “Una percentuale significativa di studenti non l’ha potuta svolgere perché priva di mezzi tecnologici o di connessione – chiarisce lo studente –. Nemmeno tutti i profesori hanno potuto lavorare al meglio. Senza contare le questioni personali e familiari che ciascuno ha vissuto nel lockdown e che non a tutti hanno consentito di dedicarsi pienamente agli studi”.

L’appello, forte, rivolto al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina è quello di tornare indietro. Per sostenerlo è stata lanciata anche una petizione on-line sul sito change.org già sottoscritta da 57.000 persone. Basterà?