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VERBANIA – 06-06-2020 -- Nessun ripensamento:

solo una correzione utile a non spezzare l’opera. Sono più di cinque anni che la giunta Marchionini insiste sulla riqualificazione di piazza Fratelli Bandiera. Il concorso di idee bandito nel 2015 per l’ex piazza d’armi di Intra (budget iniziale: 5 milioni) ha prodotto un progetto da 7,38 che prevede l’interramento dei posti auto (che passano da 250 a 235), la sistemazione della viabilità e il rifacimento della parte calpestabile con arredo urbano e una serie di terrazze che salgono verso l’argine del San Bernardino.

È, tolto il Cem-teatro Maggiore, l’opera pubblica più costosa progetta negli ultimi vent’anni e, per realizzarla, servono risorse difficili da reperire. L’Amministrazione, già sul finire del mandato 2014-2019, aveva deciso di dividerla in due lotti: il primo da 2,72 finanziato con risorse proprie (tra cui un mutuo da 2,5 milioni, già acceso) previsto nel 2020; il secondo da 4,66 calendarizzato nel 2021 e coperto da fondi regionali. Il contributo regionale non c’è e, pertanto, per non correre il rischio di iniziare il cantiere e lasciare una piazza a metà, la giunta Marchionini ha deciso di accorpare i due lotti e di cercare un finanziatore privato. La piazza si farà così con la formula della concessione di costruzione e gestione. Il Comune metterà il progetto e i 2,72 milioni suoi e il privato -da scegliere mediante gara- la restante quota. In cambio avrà la gestione dei parcheggi interrati (ora liberi, in futuro a pagamento) per un numero di anni proporzionale all’investimento. E, se non bastasse, gestirà anche il pacheggio interrato di via Rosmini.

La soluzione dell’unico lotto è stata illustrata l’altra sera al Consiglio comunale dall’assessore ai Lavori pubblici Niccolò Scalfi, che ha presentato l’aggiornamento del Piano triennale delle opere pubbliche. E, come da cinque anni a questa parte con tutte le opposizioni succedutesi nel tempo, il progetto ha trovato forti pareri negativi. Dalla Lega al Movimento 5 Stelle, passando per Forza Italia, Fratelli d'Italia e le civiche Insieme per Verbania e Prima Verbania, è unanime il coro di no. I motivi sono svariati. I contrari ritengono che il progetto sia troppo costoso, non prioritario per la città, penalizzante perché mette a pagamento 235 posti auto oggi gratuiti, deleterio per gli effetti che avrà in fase di cantiere… Sono critiche dette e ripetute con forza pubblicamente, sia a mezzo stampa, sia ogniqualvolta se n’è discusso a Palazzo Flaim.

Sul piano tecnico l’altra sera è giunto il monito del presidente del Consiglio comunale Giandomenico Albertella, scettico sulla scelta della concessione di costruzione e gestione “siamo sicuri che troveremo un privato che investirà più di quattro milioni e mezzo in un parcheggio con un piano gestionale non proposto da lui ma dal Comune?”; ma anche sulla procedura di dismissione del pozzo.

In effetti, su piazza Fratelli Bandiera, grava un vecchio problema mai risolto risalente alla metà degli anni Duemila. Avendo deciso di costruire lì il teatro, la giunta Zanotti avviò la dismissione del pozzo numero uno dell’acquedotto, situato in un angolo dell’ex macello, poi PalaBpi. Attorno a ogni pozzo esiste un’area di vincolo assoluto che impedisce qualsiasi tipo di costruzione, tantomeno un parcheggio interrato. A oggi Acqua Novara Vco emunge una quantità d’acqua significativa (“per quattromila persone al giorno” – ha ricordato il pentastellato Roberto Campana) a cui non può rinunciare. L’ha scritto, nero su bianco, lo scorso aprile comunicando che, pur avendo avviato l’iter per pescare acqua potabile dal lago, non è in grado di dire quando potrà chiudere il pozzo uno.

“Potrebbero volerci anche due anni – ha ricordato Albertella citando le norme di legge –. L’autorizzazione richiede tempo: vanno dai 12 ai 18 mesi solo per campionare l’acqua del lago. Consideriamo anche che ci troviamo nel Sin (Sito di interesse nazionale, area contaminata, ndr) dell’Enichem di Pieve Vergonte. Anche trovando entro fine anno il privato finanziatore, i lavori non potranno iniziare. E quale privato potrebbe essere interessato?”.

I rilievi tecnici delle minoranze l’assessore Scalfi li ha derubricati a “problemi da risolvere per chi amministra”. Il sindaco Marchionini ha tirato dritto e, stizzita, ha replicato di non voler ricevere “lezioni magistrali”. “Ci mancava il catastrofismo burocratico – ha detto –. Non so più che cosa pensare: mettiamo sotto terra per non farli vedere i posti auto, come fanno in tutte le città. Dobbiamo tenerci quella spianata? Credo in quel progetto e ci ho messo la faccia alle elezioni”.