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libro carpo

OMEGNA - 10-06-2020 -- S’intitola “Quell'impetuoso torrente.

L’arte e la mia vita” il libro di Gilberto Carpo edito da Mnamon.
La trascrizione e la correzione delle bozze sono di Michela Mirici Cappa e Claudio Zella Geddo, l’introduzione è di Alberto Ventura e Luisella Carpo e la postfazione è firmata da Giuseppe Possa.
E’ di lunedì inoltre la notizia che la presentazione ufficiale dell’opera ad Omegna si terrà sabato 11 luglio alle ore 17.30 al Forum e sarà curata dal critico d’arte Giuseppe Possa; se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria causata da covid19 l’opera sarebbe già stata presentata il 25 aprile alla Fabbrica di carta di Villadossola.
 
“Quell'impetuoso torrente” è un’autobiografia, un racconto del sé che già dalle prime righe instaura col lettore un rapporto speciale, basta poco, infatti, per innamorarsi di quest’opera e lasciarsi trasportare al suo interno. Nel libro il Maestro Carpo si racconta e nel contempo racconta il mondo che ha vissuto nel corso della sua vita; diviso in capitoli brevi o poco più lunghi di qualche pagina, l’opera è uno spaccato autentico di vita vissuta a cavallo di due secoli nella quale il Maestro narra di fatti privati e pubblici, della guerra, delle lotte sindacali, della vita politica, dei suoi amori (bellissimo leggere di Amelia, il suo primo amore sfortunato che aveva i capelli come il sole e gli occhi come il cielo, che Carpo incontrò durante il suo primo lavoro alla ditta Cardini), e ancora parla di delusioni, difficoltà, gioie, e poi, naturalmente, parla d’arte.
Il libro è bello,interessante, coinvolgente, emozionante, struggente e dall'inizio alla fine tiene il lettore abbracciato a sé e questa vicinanza è molto gradevole e mai forzata.
Carpo è genuino, schietto e molto diretto: ci sono momenti ed emozioni che presenta con una poesia tenera e dolce e altre situazioni, invece, che rievoca in modo fermo e risoluto.
Non mancano riferimenti precisi e puntuali ai suoi territori (della sua Omegna parla tantissimo) e alle persone che ha incontrato durante il suo cammino: sia quelle comuni sia quelle famose che l’hanno segnato a livello artistico.
Pagina dopo pagina si scopre un uomo che ha vissuto una vita intensa, piena e autentica: artista, pittore e scultore, Carpo è stato anche lavapiatti, pollaiolo, pugile, ha vissuto la strada da “povero disperato” (cosi si definisce lui stesso quando racconta di aver vissuto a Parigi sotto un ponte della Senna),ha fatto l’esperienza del teatro di cortile, è stato alpinista (l’ultima sua impresa è di due anni fa quando ha respirato ancora una volta l’aria dei 4.000 mt)e poi ovviamente è stato ed è un grande uomo d’arte!
La riflessione  finale del libro è dedicata alla pandemia e proprio relativamente ad essa durante un’intervista il Maestro asserisce che in questo periodo tanto doloroso per il mondo intero lui ha “ smesso di sentire i colori e ha ricominciato a sentire la forma” e così, nel suo studio di Armeno in località Cheggino, ora il Maestro si sta dedicando alla scultura.
A noi di VCO24 è venuta l’idea di far parlare il Maestro del suo libro in maniera un po’ insolita: gli abbiamo proposto una chiacchierata con Michela Mirici Cappa che è stata una delle sue allieve e da questo incontro è nato un dialogo stupendo, affettuoso e sincero nei locali accoglienti della “Bottega dell’Arte” di Gravellona Toce.

 r.a.