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Croce Cocor Rossetti

OSSOLA- 10-06-2020-- A Oira di Crevoladossola

la Cappella detta "della Gera" racchiude al suo interno le lapidi con i nomi di chi diede la vita per la Patria nei due conflitti mondiali e, in quella dei Caduti della Seconda guerra che si combatté fra il 1940 ed il 1945.

Il primo nome è quello di Adolfo Cesprini, morto sul fronte francese il 24 giugno 1940, a poche ore dall’armistizio che mise fine ai pur brevi combattimenti fra l’Armée e le truppe di invasione italiane che erano iniziati solo dal giorno 22 in quella che è stata chiamata anche la “guerra delle cento ore”. La dichiarazione di guerra a Francia e Regno Unito era stata fatta il precedente 10 giugno, annunciata dal Duce dal balcone di Palazzo Venezia, affermando che era giunta “l’ora delle decisioni irrevocabili”, ma inizialmente lo schieramento italiano era posto sulla difensiva, situazione decisamente unica per un Paese aggressore che secondo i canoni della strategia avrebbe dovuto andare all’attacco, tanto che i francesi parlarono di “drôle de guerre” la strana guerra.

Il ventiquattrenne oirese, colpito mentre presidiava il caposaldo Frejus, era un militare della Guardia alla Frontiera, un “Alpino senza penna” poiché questa era la caratteristica del copricapo degli appartenenti del Corpo, istituito a fine degli anni Trenta per la difesa dei confini nazionali in sostituzione degli Alpini che, secondo i piani espansionistici e bellicisti del fascismo, dovevano diventare truppe di proiezione per futuri conflitti, tanto che il loro originario motto “Di qui non si passa” era diventato “Si va oltre”.  

Il giorno precedente la morte di Cesprini, era stato ucciso dal fuoco dell’artiglieria francese un ventitreenne vigezzino di Coimo, frazione di Druogno, il caporalmaggiore Chierino Francini della 87a compagnia del Battaglione “Duca degli Abruzzi”, unità specializzata nelle operazioni in alta montagna costituitasi a supporto della Scuola Centrale Militare di Alpinismo di Aosta. Francini, poi decorato alla memoria con Medaglia d’Argento al Valor Militare, era stato colpito mentre avanzava con la squadra mitraglieri di cui aveva il comando nella zona del Colle d’Enclave.

Ma il primo ossolano e anche primo Alpino a cadere sul fronte francese fu un altro giovane della Valle Vigezzo, Luigi Rossetti di Craveggia, il più giovane dei tre Caduti, perché aveva ventidue anni. Pur in una situazione di guerra non guerreggiata da parte italiana almeno fino al 22 giugno, dopo la dichiarazione consegnata all’ambasciatore francese e l’ordine dello Stato Maggiore italiano di tenere un “atteggiamento assolutamente difensivo” che confidava in un reciproco comportamento oltr’alpe, in realtà fin da subito e con grande delusione di Mussolini i francesi iniziarono a combattere per difendere i propri confini. Così nelle prime ore del mattino del 13 giugno 1940 un plotone di Eclaireurs Skieurs attaccò a sorpresa la postazione avanzata italiana al Passo Galizia sul Gran Cocor a circa 3000 metri di quota e nello scontro cadde Luigi Rossetti, primo Alpino caduto sul fronte occidentale e poi decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Per ricordarlo il Battaglione “Intra”, all’epoca comandato dall’ossolano magg. Fedele Martinoja, posò sul luogo della morte una croce in marmo, trasportata a spalle da alcuni commilitoni della Vigezzo e nel tempo è rimasta viva la sua memoria, anche con momenti di commemorazione, mentre invece molto meno si parlò negli anni successivi degli altri Caduti Francini e Cesprini.