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VERBANIA - 21-06-2020 -- Un appello all’unità,

alla memoria condivisa affinché tramandi, di generazione in generazione, i valori celebrati col sacrificio dei 42 fucilati il 20 giugno del 1944. È questo il messaggio che il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha rivolto oggi alla comunità del Vco radunata al sacrario dei 42 Martiri di Fondotoce per ricordare quell’eccidio e quello dei Martiri di Baveno. Il presidente, che è venuto sul Verbano con la famiglia e i figli (impegnandosi a tornare l’anno prossimo), sottolineando proprio l’importanza di tramandare il ricordo, nel suo discorso s’è soffermato sulla pandemia. In una delle sue prime uscite ufficiali dopo la lunga “serrata” ha evocato la difficile prova che tutti hanno dovuto sopportare, dalla lotta alla malattia all’obbligata riduzione della libertà personale. Fatti ben diversi da quelli, drammatici, della seconda guerra mondiale ma che -ha detto- vanno colti con lo stesso spirito, con la voglia di ripartire e di farlo tutti uniti.

Prima di Cirio erano intervenuti il presidente della Casa della Resistenza Irene Magistrini, il prefetto Angelo Sidoti, il presidente della Provincia Arturo Lincio, i sindaci di Verbania Silvia Marchionini e Baveno Maria Rosa Gnocchi.

A cerimonia finita, diffusa via comunicato stampa e sui social, è nata la polemica del presidente del Consiglio comunale verbanese Giandomenico Albertella, che ha definito una “nota stonata” il mancato coinvolgimento -nessuno ha ricevuto l’invito- dell’assemblea municipale verbanese nella cerimonia dell’eccidio. “Pensare che chi rappresenta la città in un contesto istituzionale abbia bisogno di un invito per testimoniare il suo riconoscente omaggio ai martiri di Fondotoce e Baveno è oltremodo sorprendente”, replica il sindaco.

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