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BELLINZONA - 25-06-2020 -- Tirano un sospiro

gli enti locali al confine con il Canton Ticino. Ieri Berna ha sbloccato la liquidazione di 90 milioni di franchi dei ristorni frontalieri, le tasse che la Confederazione incassa dalla busta paga dei lavoratori italiani non residenti in Svizzera che, in base all’accordo internazionale del 1974, vanno a Roma che ne trattiene una parte e l’altra la destina ai comuni di residenza dei lavoratori. Per gli enti locali è una partita di bilancio importante, anche in termini di liquidità. A ogni mese di giugno da un lustro a questa parte, quando si tratta di riversare il denaro la Confederazione fa resistenza. È il modo in cui esercita pressione politica sull’Italia, che nel 2015 ha siglato a livello diplomatico la riforma del sistema di tassazione dei frontalieri (che in futuro pagheranno le imposte in Italia) senza mai averla ratificata in parlamento, al contrario della Svizzera.

Nel frattempo i due Stati hanno raggiunto un accordo straordinario e transitorio per quei frontalieri che durante il lockdown hanno fatto ricorso allo smart working. Non avendo operato in Svizzera, avrebbero dovuto pagare le tasse in Italia, ma i due governi hanno deciso di considerare il tele-lavoro come se si fosse svolto in Ticino.