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lupi

VCO – 25-06-2020 – Un protocollo d’intervento

per la gestione del lupo. E’ la proposta che arriva dalla Provincia del Vco, che dedica all’argomento una comunicazione del Presidente Arturo Lincio “Nell’ambito della tutela della fauna selvatica la conservazione svolge un ruolo fondamentale ma altrettanto fondamentale risulta essere la gestione, in senso più completo, comprensiva di tutte le ricadute sugli ecosistemi complessi e sulla convivenza con le attività antropiche – si legge nella nota - Ritengo si debba sollecitare un Protocollo d’intervento per la gestione dell’ impatto del lupo che preveda, in deroga alla salvaguardia della specie lupo protetta, una modulazione di interventi ben specificati che possano essere autorizzati in funzione della predazione e dei problemi di ordine pubblico nei casi di avvicinamento dei branchi ai centri abitati. Devono inoltre essere sempre consentite agli allevatori azioni di difesa delle greggi con idonee misure dissuasive, compresi gli spari non letali. E’ questo un sostegno che lo Stato italiano deve garantire agli allevatori di montagna seguendo il percorso compiuto nel rispetto delle normative europee (Wolf Alps, Natura 2000 ecc.) da altre nazioni che nel caso dei grandi predatori hanno previsto e costituito nuclei di intervento specifici che studiano per le Amministrazioni pubbliche le tecniche di difesa nei casi di attacchi e le reazioni dei lupi alle misure dissuasive al fine di adeguare queste ultime secondo le necessità”.

Per la Provincia del Vco è necessario passare ad un controllo delle problematiche in evidente stato di degenerazione “per evitare che anziché dissuadere i lupi dal presentarsi nei centri abitati si dissuada ad effettuare le segnalazioni delle predazioni. Ciò fa ritenere i dati neppure sempre attendibili – continua la nota - La Regione Piemonte, a differenza di altre regioni, ha demandato negli anni passati in toto ai Parchi la gestione dei progetti lupo (con i relativi finanziamenti europei, l’organizzazione del monitoraggio, la raccolta dei dati sulle presenze e sulla distribuzione nonché sull’impatto sulle attività antropiche della specie ). Visti i risultati del controllo dei grandi carnivori, va richiesto un approccio diverso rispetto al passato ai fini della sicurezza e dell’ordine pubblico un approccio diverso rispetto al passato”.

“Il risultato della predazione nel 2019 nella nostra Provincia lascia allibiti – continua il presidente Arturo Lincio - I dati disponibili sono quelli forniti dal sevizio veterinario dell’Asl che si limitano alle predazioni segnalate su animali domestici mediante le modalità previste dalla Regione. Restano sconosciuti tutti i dati relativi alle predazioni sugli animali selvatici che costituiscono il tassello fondamentale per una visione di insieme obiettiva della problematica. È un chiaro esempio della incongruente modalità di organizzazione delle indagini. L’elefante ha partorito il topolino: si tratta di dati che ignorano il problema della sicurezza che inevitabilmente il lupo porta con sé, che non tengono conto del coinvolgimento del ruolo istituzionale dei Sindaci e che non sono neppure utili per l’obiettivo risarcimento dei danni. Ciò non sminuisce l’importanza del servizio svolto da Polizia Provinciale e Guardiaparco nell’esecuzione dei compiti loro dettati dai funzionari regionali che sono responsabili delle modalità del progetto Wolf Alps dettate negli anni passati, differenti da quanto attuato con altra attendibilità in altre Regioni con lo stesso Progetto Wolf Alps”.

Un Protocollo di intervento operativo con le Prefetture e i Carabinieri Forestali potrebbe garantire, secondo la Provincia, “un più ampio sguardo sulla problematica e sugli interventi di controllo (radio collari) e di dissuasione da concertarsi con ISPRA, Ministero dell’Ambiente ed Associazioni agricole per una controllata diffusione della specie lupo capace di garantire, a differenza di oggi, la concreta tutela delle attività della montagna a garanzia del loro sviluppo”.