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VERBANIA - 05-07-2020 -- Con i vicini di casa,

una famiglia romena (marito, moglie e due figli piccoli), i rapporti non sono mai stati idilliaci. E non solo con lui, il marito che solo poche settimane fa è stato arrestato per resistenza ai poliziotti e che è sospettato di alzare le mani sulla moglie. Di motivi di discussione ce n’erano stati anche in passato, pure nell’aprile del 2019, quando ci fu uno spiacevole episodio che l’ha portato a processo e che l’ha visto scagionato. Assolto perché il fatto non sussiste è la formula con cui il Tribunale di Verbania ha concluso il procedimento penale a carico di un 24enne verbanese accusato di lesioni aggravate dall’uso di un oggetto improprio, una bomboletta di spray al peperoncino.

Il giovane, come detto, al culmine di una discussione con la coppia con cui condivide il palazzo, reagì spruzzando quella sostanza urticante (la capsicina, cioè l’estratto del peperoncino) sul volto della moglie, una romena di 35 anni. Lei andò all’ospedale a farsi medicare e sporse denuncia. La Procura ha qualificato quel gesto in lesioni aggravate. Ma, una volta giunto in aula, il procedimento ha preso un’altra piega, sia perché non c’è prova che la bomboletta -non sequestrata dalla polizia- non fosse di quelle che si possono legalmente detenere per uso personale, sia soprattutto perché il danno fu lievissimo e temporaneo. L’ha confermato anche il medico del 118 che visitò la donna e che prescrisse un giorno di prognosi solo perché a computer, nel sistema informatico, non poteva inserire le poche ore che servivano per riprendersi.

Nel chiederne l’assoluzione l’avvocato dell’imputato, Clarissa Tacchini, ha anche chiesto di tener conto del contesto e dei rapporti con i vicini di casa, sottolineando che il marito della parte offesa è stato arrestato nel maggio scorso (oltre un anno dopo quel fatto) e immobilizzato proprio con lo spray al peperoncino dalla polizia che s’era recata a casa per verificare una sospetta violenza domestica nei confronti della moglie.