CUSIO – 23-07-2020 – Lamentele sul funzionamento
del Cup dell’Asl Vco anche dal Cusio. Lo afferma Spi Cgil che in un comunicato stampa afferma: “Nelle settimane scorse e ancora oggi, moltissimi cittadini si sono rivolti alle nostre sedi lamentando la impossibilità di contattare il CUP della ASL VCO per poter avere i servizi che lo stesso dovrebbe garantire loro. Il telefono del CUP cui far riferimento, soprattutto dopo che il servizio è stato centralizzato a livello Regionale, quasi sempre suona libero ma nessuno risponde. Non facciamo considerazioni politiche sul perché ciò è avvenuto, ma denunciamo fermamente chi ha la responsabilità di aver creato questa situazione di disservizio; soprattutto ora che si dovrebbe riprendere la normale attività dell’ASL per smaltire le code di persone che sono state costrette, 5 mesi fa, a rimandare gli esami e terapie a causa del coronavirus – si legge nella nota - Se il buongiorno si vede dal mattino, se questo è il modo di essere vicini al cittadino e al malato ci domandiamo come verrebbe gestita la eventuale seconda ondata di contagi per il Piemonte che, ricordiamo, è stato ed è sul podio per il numero di morti e contagiati. Sottolineiamo che fino a quando il CUP era gestito a livello locale per i cittadini che avevano bisogno di prenotare esami ecc. lo stesso funzionava abbastanza bene. Da quando si è centralizzato in Regione chi ha bisogno del CUP, dopo intere mezze giornate al telefono per avere risposta desiste e in moltissimi si rivolgono a strutture private. Ci chiediamo se questa situazione non la si è voluta creare appositamente per ricalcare e perseguire una organizzazione sanitaria già sperimentata in altre regioni e che purtroppo non ha dimostrato di essere virtuosa”.
Lo Spi Cgil informa anche di aver inviato oggi, giovedì 23 luglio, una richiesta di incontro al sindaco di Omegna con lo scopo di informarlo di ciò che sta avvenendo e affinché si attivi immediatamente per riportare a normalità la situazione. “Ricordiamo che la maggior parte dei cittadini colpiti da questo disservizio sono anziani e ammalati con gravi patologie – conclude la nota di Spi Cgil - Non è possibile tergiversare perché, ancora una volta, a pagare sarebbero e sono i soggetti più deboli del nostro territorio. Con la salute non si scherza e non si può perdere tempo”.