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VERBANIA – 07.12.2015 – Odiate, ripudiate, tagliate, difese, salvate. 

Le 23 prefetture che nei mesi scorsi il governo aveva inserito nella blacklist di quelle destinate a sparire per accorpamento, resteranno autonome e indipendenti. La notizia è rimbalzata da Roma nel fine settimana e interessa da vicino Verbania e il Verbano-Cusio-Ossola. Quella di Villa Taranto – una delle poche sedi di proprietà appartenendo allo stato – era infatti una di quelle a rischio taglio, insieme a altre due piemontesi, Asti e Biella, e a: Teramo, Chieti, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone, Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia, Oristano, Enna, Massa-Carrara, Prato, Rovigo e Belluno.

Per il ministro dell’Interno Angelino Alfano l’emergenza-sicurezza esplosa con gli attentati di Parigi rende necessari più presidi statali sul territorio e rafforza la necessità delle prefetture. Per la verità questa motivazione è solo la punta dell’iceberg di un silenzioso ma potente fronte interno di protesta che parte dai dipendenti ministeriali e raccoglie consensi nella politica. Da sempre le prefetture sono la longa manus dello Stato e il loro ruolo non è mai stato messo in discussione, nemmeno quando al Viminale è arrivato come ministro Roberto Maroni, della Lega Nord, il partito che fin dalla prima ora aveva inneggiato all’abolizione delle prefetture. A un certo punto, nell’era della spending review a ogni costo, le prefetture erano, come le province, destinate a una dieta dimagrante di ferro, se non a sparire del tutto. In primavera è arrivata la notizia del taglio di 23. Venerdì il contrordine definitivo. Le prefetture sono salve e restano i servizi. Villa Taranto resterà operativa e, forse, arriverà un sostituto di Francesco Russo che, trasferito a Ravenna, è stato sostituito temporaneamente dal suo vice Michele Basilicata.

Il mantenimento della prefettura del Vco ha ricadute anche sulle altre articolazioni territoriali dello Stato che rischiavano di sparire: i comandi provinciali di polizia (la questura), vigili del fuoco, carabinieri, Guardia di finanza ecc... e che, al contrario, resteranno.