VERBANIA - 19-08-2020 -- Contestazioni troppo generiche,
prive persino di un capo d’imputazione, ancorché provvisorio. È stato notificato stamani al titolare del bar Lift di piazza Ranzoni a Intra, sequestrato l’8 agosto dalla polizia municipale, il provvedimento con cui il Tribunale del Riesame ha annullato il decreto di sequestro emesso dal Giudice di pace di Verbania (in veste di Gip). Dopo dieci giorni di chiusura forzata, sono stati gli stessi vigili a togliere i sigilli (nella foto il momento della firma dei documenti), consentendo la ripresa dell’attività, il cui titolare -che non è indagato- nega ogni addebito e sottolinea come un provvedimento nullo l’abbia fortemente danneggiato.
L’antefatto è quanto accaduto la notte del 24 luglio, quando una adolescente di 12 anni s’è sentita male in centro, è andata in coma etilico ed è finita ricoverata una notte in ospedale. Per quell’episodio la Procura (pm Nicola Mezzina) procede per i reati di lesioni e somministrazione di alcolici a minori di anni 16. Somministrazione che sarebbe avvenuta, secondo la ricostruzione della polizia municipale, in due locali: il Morrison (anch’esso sequestrato) e, appunto, al Lift. Nel primo le sarebbero stati serviti due shot di tequila e un cocktail Angelo Azzurro; nel secondo una birra piccola, una media e un Montenegro. In entrambi i casi, così hanno riferito gli altri minori presenti con lei, nessuno avrebbe chiesto loro l’età, facendo scattare un reato penale. Che è di lieve entità, si risolve pagando una multa, che non c’è prova sia stato commesso dagli indagati (i due baristi), e che è la prima volta che viene contestato – hanno sostenuto nel loro ricorso gli avvocati Gabriele Pipicelli e Giovanni Aquino, legali rispettivamente per il titolare del bar, e per il figlio, coadiuvante in società. Oltre a contestare il merito di un sequestro preventivo chiesto dal pm e disposto dal gip per evitare la commissione di ulteriori reati, gli avvocati hanno sollevato eccezioni tecniche. Nel decreto di sequestro, infatti, non è contestato un preciso capo di imputazione, non si spiegano cioè le condotte addebitate ai proprietari del bar, in modo che questi possano difendersi. Il collegio di giudici del Riesame (Beatrice Alesci presidente, Mauro D’Urso e Annalisa Palomba estensore), ritenendolo “succintamente motivato”, l’ha dichiarato nullo, accogliendo in toto le eccezioni. E, non potendo esprimere valutazioni sui fatti poiché mancano elementi oggettivi, non è entrato nemmeno nel merito della decisione, di quanto accaduto.
Questo sarà, eventualmente, oggetto del procedimento penale che potrebbe originarsi al termine delle indagini. Nell’esporre le proprie ragioni, gli avvocati hanno fatto notare anche che non è nemmeno chiaro chi abbia somministrato gli alcolici, se i baristi o gli amici maggiorenni della compagnia della ragazzina, ordinando per lei.