AMENO - 05-10-2020 -- In questo tempo di restrizioni
e limitazioni, gli anziani sono senza dubbio i soggetti più vulnerabili e proprio per preservare la loro salute le case di riposo hanno adottato misure mirate a ridurre il rischio di contagio, non solo attraverso l’utilizzo di dispositivi di protezione, ma anche tramite la chiusura delle strutture alle visite dei familiari. Questa difficile e dolorosa situazione, non ha ostacolato il cammino del sig. Ferruccio Coppia che sabato, 3 ottobre, ha tagliato il traguardo dei 100 anni.
Ospite della casa di riposo Sant'Antonio Don Orione di Ameno, il sig. Ferruccio ha festeggiato il suo compleanno con un giorno d’anticipo: venerdì 2 ottobre è stato organizzato per lui un bel pomeriggio in musica a cura dell' animatrice della struttura e nonostante l’emergenza sanitaria non consenta di fare partecipare esterni, al sig. Ferruccio la vicinanza dei parenti non è mancata in quanto con una videochiamata ha potuto sentire accanto a sé i suoi cari durante il momento dello spegnimento delle candeline.
Per questo specialissimo compleanno l'amministrazione comunale di Ameno ha inviato al sig. Ferruccio gli auguri, i parenti hanno acquistato una grande torta e la direzione della casa di riposo gli ha regalato una targa commemorativa.
Ferruccio Coppia è nato a Luino il 3 ottobre del 1920 da mamma Pietra Maria, originaria di Stradella in provincia di Pavia, e da papà Carlo, originario di Boleto (Madonna del Sasso).
“Papà ha sempre girato il mondo facendo il cuoco e la storia d’amore dei miei genitori nacque proprio così: papà lavorava come cuoco nel ristorante dei genitori di mia mamma ed è lì che si conobbero -racconta il sig. Ferruccio-. Io frequentai le scuole dell’obbligo a Luino e il liceo classico a Milano, così come i due anni di università alla facoltà di legge; fortunatamente avevo parenti nella zona di Milano che mi ospitarono durante il periodo degli studi. Purtroppo, mentre frequentavo il secondo anno di università, scoppiò la Guerra e fui chiamato al servizio militare dovendo così abbandonare gli studi. Visto il difficile momento storico, il mio periodo di leva durò molti anni, precisamente sei: fui reclutato nell’Artiglieria Alpina a Bressone e frequentai la scuola ufficiali a Torino, poi fui trasferito nella caserma Parrucchetti di Milano dove, al comando di una batteria da 75/13 formata da 100 soldati, divenni Capitano di Artiglieria Alpina…”.
Dopo la guerra per il sig. Ferruccio arrivò bellissimo il momento del matrimonio con la sua amata Rosetta e poi da questa unione nacque, nell’aprile del 1950, il loro primo figlio Giancarlo.
Le parole del sig. Ferruccio sono emozionanti e coinvolgenti, racconta sereno del suo amore per i fiori e della sua sana “passionaccia” per la Juventus, si rattrista quando parla della scomparsa della moglie avvenuta qualche anno dopo la pensione.
Il sig. Ferruccio da qualche anno è ospite nella casa di riposo di Ameno dove trascorre le sue giornate leggendo e facendo l’enigmistica.
Alla domanda: qual è la cosa più importante per una lunga vita? Il sig. Ferruccio risponde: “Per me è stata la serenità!”
r.a.