VERBANIA - 07-10-2020 -- Una fronda interna,
una sorta di ammutinamento collettivo che ha come bersaglio politico l’onorevole. Le dimissioni di massa di una parte considerevole del coordinamento provinciale, ufficializzate ieri, rendono conclamata la crisi interna a Forza Italia. Da un lato ci sono il coordinatore Massimo Manzini, quattro componenti la sua segreteria (Pietro Morelli, Cesare Martinella, Sergio Baldan e Simone Cantova), la componente del direttivo verbanese Rosalba Boldini e amministratori locali quali il consigliere comunale di Gravellona Paolo Nocilla, il sindaco di Premosello Giuseppe Monti, e il presidente del Consiglio comunale di Cannobio Mauro Cavalli. Dall’altro il deputato Mirella Cristina che, pur non essendo più la responsabile del partito, ne è la figura di spicco. È stata lei, alla luce delle divergenze interne latenti da tempo, a chiedere al coordinatore regionale Paolo Zangrillo, che non ha accettato, di commissariare il Vco. Manzini, insieme ai dissidenti, a quel punto s’è dimesso. L’ex coordinatore parla di “incomprensibili personalismi”, di un “forte ostruzionismo” nell’operazione portata avanti per puntellare Forza Italia con l’ingresso di nuove persone, espressione di un centrodestra moderato e facenti parti di movimenti civici.
“Una scelta non semplice ma obbligata”, la definiscono i firmatari del documento: “non intendiamo essere compartecipi dell’inevitabile annichilimento di Forza Italia sul nostro territorio”.
Da par sua Cristina risponde con un comunicato stringato in cui prende atto delle dimissioni di Manzini “peraltro per cui è in corso una richiesta di commissariamento” e annuncia per sabato “una riunione straordinaria del coordinamento provinciale concertata con il coordinatore regionale Paolo Zangrillo alla quale lo stesso parteciperà”.