PIEMONTE-08-10-2020-- La piena dei fiumi
nel Verbano Cusio Ossola, come in parte del nord ovest d’Italia, rimane un ricordo vivido di tutti, pochi giorni fa. Una mano nera di fango e detriti che annienta barriere e si insinua negli anfratti delle case, nelle automobili e sulle strade, devastando tutto. Le cicatrici sono ancora aperte sul territorio, con un miliardo di danni in Piemonte (20 milioni di € circa stimati nel Vco).
La pubblicazione dei dati dei livelli idrici dei fiumi in questi giorni, diventano indispensabili per comprendere il problema. A parlare è Secondo Barbero, ai vertici di Arpa Piemonte: “Si tratta di un evento meterologiche mai registrato prima, con una densità di piogge su tutto il territorio colpito elevatissima. Il record di precipitazioni è a Sambughetto (Valle Strona) con 670 mm in due giorni, quasi la metà della precipitazione annuale.
Candoglia segue a ruota con 600, ma con addirittura 470 mm in un solo giorno, una dinamica eccezionale”. Parlando poi degli effetti dei bacini idrici vallivi: “Gli sbarramenti idroelettrici non hanno un ruolo nella creazione dell’onda di piena, questi sono fenomeni naturali. Nel primo momento anzi, gli sbarramenti hanno assorbito le piene a monte di esse, fino al momento di massimo invaso e del conseguente sfioro d’acqua graduale verso valle.
Creano problemi invece gli alvei dei fiumi ricolmi e non manutenuti, poiché gli effetti diga a ridosso dei ponti viene amplificato dai detriti presenti lungo il corso d’acqua” Aggiunge: “ Si tratta di un evento atipico e poco confrontabile con le piene del 1978 del 2000, poiché si trattano di poche ore critiche, invece di giorni interi come le alluvioni storiche. L’evento di inizio ottobre infatti non ha creato grossi problemi al lago Maggiore, che si è alzato di più di due metri ma sostanzialmente non ha dovuto assorbire masse d’acqua per molti giorni.” Per il futuro Secondo Barbero mette in guardia: “Questi eventi violenti sono la conseguenza del riscaldamento atmosferico, con aria ricca di vapore aumenta l’energia dei fenomeni naturali” un motivo in più per salvaguardare il nostro pianeta dal riscaldamento climatico in corso.
Vittorio Manini
