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VERBANIA - 19-10-2020 -- Nel filmato girato

con lo smartphone, la cui qualità non è ottima, il gesto si intravede. Ma, nel fermo immagine ingrandito e allegato alla denuncia, i dettagli -pantaloni e slip abbassati con mani giunte verso i genitali- si distinguono. È su questo video che la Procura di Verbania ha costruito il processo per atti osceni in luogo pubblico che si sta celebrando in Tribunale. Imputato è un uomo di 46 anni residente nel basso Verbano che, nel giugno del 2018, in un parco giochi aperto al pubblico e alla presenza di un minore (gli atti osceni, depenalizzati in una salata sanzione amministrativa, mantengono rilevanza penale proprio se c’è il pericolo che vi assistano minorenni) si rivolse con un gesto volgare a un concittadino con il quale in passato aveva avuto un contenzioso. Quel gesto consistette, così viene contestato, nel “slacciarsi i pantaloni, abbassarsi gli slip e palpeggiarsi i genitali“. Per comprenderne il motivo, bisogna risalire all’antefatto e andare indietro di due anni rispetto all’episodio del parco giochi, quando il denunciante, colui che ha effettuato la ripresa e l’ha consegnata alle forze dell’ordine, in una lite di vicinato con risvolti legali, dovette risarcire la famiglia dell’imputato perché aveva risposto con le minacce agli sfottò e al disturbo arrecatogli dal figlio e da altri giovani del paese.

È forse quell’acredine covata che ha provocato l’”incontro” al parchetto e quel confronto ravvicinato. Toccherà al giudice stabilire se si trattò di atti osceni, reato per il quale l’imputato ha impugnato un decreto penale di condanna di 9.000 euro di multa, l’equivalente pecuniario di quattro mesi di reclusione.