STRESA - 10-11-2020 -- Una tirata d’orecchi
e una proposta. Bastone e carota è l’approccio con il quale la Provincia affronta con la nuova Amministrazione stresiana la vicenda della sede dell’istituto alberghiero “Erminio Maggia”. Nei prossimi giorni il presidente Arturo Lincio e il consigliere delegato Giandomenico Albertella incontreranno il sindaco Marcella Severino per presentare l’ultima loro proposta, che prevede 4 milioni di investimenti e una scuola su due sedi.
Nel frattempo, rispondendo alla recente intervista del primo cittadino al quotidiano “La Stampa” nella quale ha rilanciato -era anche uno dei punti salienti del suo programma elettorale- l’idea di utilizzare i terreni circostanti il dismesso collegio per edificare la nuova scuola, i rappresentanti della Provincia hanno subito spento gli entusiasmi.
“Dopo oltre vent’anni la Provincia – scrivono Lincio e Albertella – non è più disponibile a proposte o studi di fattibilità che non abbiano come elementi fondamentali indispensabili l’idoneità urbanistica ed edilizia e la proprietà dell’area”.
Il Rosmini, per intenderci, non ne possiede nemmeno uno. Non è del Comune (o della Provincia), ma soprattutto necessita di autorizzazioni per le quali -sempre che gli enti competenti le rilascino- servono tempi lunghissimi. Nel caso di specie, l’edificio è sottoposto a un vincolo monumentale apposto nel 2013 su richiesta dei padri rosminiani e, in quell’area, scorre un rio interrato.
Per Severino sono problemi superabili. Per la Provincia che, con altre giunte (compresa quella di cui faceva parte, tra il 2009 e il 2014, l’attuale primo cittadino) aveva esplorato e scartato questa ipotesi, non se ne discute nemmeno.
Il problema della sede unica dell’Alberghiero, del resto, è annoso, complicato e costoso. Lo certificano gli ultimi vent’anni, trascorsi tra accordi sempre naufragati. Prima la scuola avrebbe dovuto sorgere proprio nelle vicinanze del collegio, poi la sede fu spostata allo stadio Forlano, che sarebbe stato demolito e sostituito da un nuovo impianto in località Motta Vinea, non lontano dallo svincolo dell’A26. Fu anche assegnato l’appalto, ma l’azienda fallì. Nel 2018 la Provincia rilanciò su quel progetto, ma l’allora sindaco Giuseppe Bottini innescò la retromarcia negando lo stadio, rimangiandosi gli accordi che aveva contribuito a siglare in passato e proponendo come alternativa la località “Campetti”, già bocciata anni prima sempre per problemi idrogeologici e paesaggistici. Proprio in chiusura di mandato, nei mesi scorsi, archiviati definitivamente i “Campetti”, Bottini andò in Consiglio con un nuovo accordo, il cosiddetto “spezzatino” di sedi che rivoluzionava anche le scuole elementari e medie. Accordo non ratificato dalla sua stessa maggioranza, spaccata sul progetto.
La cronaca recente, quella della campagna elettorale, riporta di nuovo verso il “Rosmini”, idea della lista Progetto Comune e di Marcella Severino: “una sede ideale e prestigiosa, che può diventare un campus d'eccellenza – scriveva pochi mesi fa, allegando anche un rendering del futuro plesso scolastico (nella foto) –. I padri Rosminiani ci hanno nuovamente confermato la loro piena disponibilità alla cessione dell'area. Inoltre il progetto prevede 200 posti auto interrati, a servizio della scuola e della città”.
Anche questa ipotesi, almeno per quel che riguarda la Provincia, è una suggestione e non si farà, perché ce n’è un’altra, la “carota”.