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VERBANIA - 11-11-2020 -- Due offrono

un risarcimento economico e una lettera di scuse, una ha scelto di pagare il decreto penale di condanna da 500 euro, e tredici hanno chiesto la messa alla prova –lavori socialmente utili e risarcimento– per estinguere il reato. Il gup Beatrice Alesci s’è riservata una decisione nei confronti dei 16 “superstiti” del procedimento penale per diffamazione aggravata che vede imputato un nutrito gruppo di animalisti (inizialmente erano 25) che, tra il 2014 e il 2016, su Facebook tempestò di epiteti, alcuni gravemente offensivi, la veterinaria titolare della clinica convenzionata con il canile di Verbania. Uomini e donne, residenti in provincia ma non solo, di differenti età (tra i 26 e i 74 anni), bollarono la professionista di quella che definirono “clinica degli orrori” e i funzionari del comune di Verbania responsabili del servizio come “mafiosi”, “stronzi”, “bastardi maledetti”, “idioti”. E che, per il sospetto di aver contribuito al decesso di un cane (fatto rivelatosi infondato), furono invitati ad andare “tutti in chemio”, a finire “appesi a testa giù in piazza”, “da rinchiudere in gabbia”.

A seguito della denuncia della veterinaria, la Procura ha aperto un fascicolo che ha chiamato in causa 25 persone, tutte destinatarie di un decreto penale di condanna da 500 euro (750 per i tre che hanno precedenti penali). La stragrande maggioranza l’ha impugnato e, all’udienza preliminare, ha scelto riti alternativi.