VERBANIA - 13-11-2020 -- Hanno risarcito
gli anziani coniugi truffati a domicilio e, per questo, hanno evitato la condanna. Non doversi procedere per intervenuta remissione di querela è la formula con la quale il Tribunale di Verbania ha prosciolto dall’accusa di truffa due uomini di 45 e 46 anni e una donna di 41 residenti tra il Comasco e la Brianza. Uno dei due, un pomeriggio del giugno del 2017 aveva bussato alla porta di una coppia di ultraottantenni di Arona spacciandosi per venditore di una fantomatica ditta di materassi riconducibile alla donna. L’azienda a quell’epoca non esisteva. Marito e moglie non lo sapevano e, convinti dalle buone offerte prospettate, fissarono per le 20 un appuntamento a quel rappresentante -che aveva detto di chiamarsi Riccardo- e al collega che avrebbe portato il campionato. Questi, presentatosi come Claudio, fu puntuale all’appuntamento concluso con la vendita di un materasso matrimoniale e di due cuscini (tre furono garantiti in omaggio) al prezzo di 1.090 euro, pagato con un assegno.
L’indomani, però, i venditori tornarono con la scusa che avevano problemi con la banca per l’importo dell’assegno, che ridiedero indietro ottenendone uno nuovo da 409 euro, oltre a 600 euro in contanti.
Per i due anziani la compravendita era chiusa. In realtà non s’è mai concretizzata e i venditori, dopo aver spostato la data di consegna accampando scuse, sono spariti. I due aronesi li hanno poi denunciati, fornendo ai carabinieri gli elementi utili -tra cui la descrizione fisica- che ha permesso di individuarli e di portarli a processo. Prima della fine del dibattimento le parti hanno trovato un accordo e la querela è stata rimessa. Nonostante il pm abbia sostenuto la sussistenza dell’aggravante della minorata difesa della vittime di età avanzata, il giudice non l’ha riconosciuta e, trattandosi di truffa semplice procedibile su querela di parte, li ha assolti.