VERBANIA - 25-11-2020 -- Quando l’automobilista
uscì dallo stop e impegnò la strada, la moto non era nel suo campo visivo. Arrivò pochi secondi dopo e l’impatto, fatale, fu inevitabile. Sono state le perizie degli ingegneri esperti di cinematica a ricostruire l’incidente mortale che, la sera del 1° agosto del 2018, costò la vita al 59enne ossolano Nevio Rabogliatti. Da poco pensionato, l’uomo che viveva a Villadossola ma che era originario di Piedimulera, stava salendo la strada provinciale della Val Anzasca in moto, diretto alla seconda casa che possedeva a Calasca Castiglione. Giunto all’altezza del bivio per la frazione Meggiana di Piedimulera, si trovò davanti l’auto di un pensionato del paese che si stava immettendo sulla provinciale. Ci finì contro, perdendo la vita. Per quel sinistro l’anziano è stato processato con l’accusa di omicidio stradale. Difeso dall’avvocato Bruno Stefanetti, ha scelto il rito abbreviato ed è stato assolto. La discussione s’è incentrata sulle perizie dei consulenti tecnici che, valutando la velocità della moto e la distanza tra lo stop e la curva precedente, hanno stabilito che la manovra del pensionato non fu azzardata. Un anno dopo la tragedia, in quello stesso punto -e proprio per la pericolosità dell’incrocio- è stato collocato un semaforo.