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brignone renato stampella
VERBANIA – 23.04.2015 – A Verbania negli ultimi tempi è noto più che altro come consigliere di (molta) opposizione e blogger. Chi però conosce Renato Brignone sa che dalla nascita convive con la focomelia. È nato cioè con una gamba più corta dell’altra, circostanza che lo obbliga a muoversi con le stampelle, attrezzo insostituibile ma anche opportunità lavorativa con il suo progetto imprenditoriale Tompoma. Ciò non gli ha impedito, da sempre, di guidare motorini e motociclette, almeno fino ai mesi scorsi, quando s’è presentato di fronte alla Commissione medica per il rinnovo della patente e s’è trovato sulla licenza di guida una nuova sigla, mai comparsa nei 28 anni in cui è stato motociclista “con alle spalle – racconta – il giro della Corsica in due e con bagagli su una Honda XL 600”. Quella sigla, spiegata, significa che può guidare solo moto con il cambio automatico e l’acceleratore a sinistra. “Ma come – si domanda – s’accorgono solo da questa sigla che ho una gamba più corta dell’altra?”.

Il diretto interessato, che ha pochi peli sulla lingua e una certa testardaggine, non accetta il responso e con l’ingegnere della commissione avvia una querelle che rischia di fargli perdere la patente e che tra la burocrazia e l’intervento dell’avvocato (“Stefano Zoia, che s’è offerto di aiutarmi gratuitamente e che ringrazio”) dura mesi sino al recente responso: la patente è valida ma non per le moto che abbiano meno di tre ruote, cioè che non stiano in piedi da sole. In sostanza: viene “spatentato”.

Diventato all’improvviso disabile a 44 anni, Brignone l’ha presa con filosofia (non troppa, in verità, definendo l’Italia un paese del pazzo con la “c”) e ha annunciato che risparmierà per comprare un sidecar sul quale imbarcare moglie e figlio. E per non far mancare quel pizzico di vis polemica che lo contraddistingue chiede a tutti una promessa: “non dite all’ingegnere che guido la bicicletta e sul sellino carico il bambino”.