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BEURA CARDEZZA - 30-11-2020 - Non si farà la Rsa

a Beura Carezza. Il progetto di trasformare in una struttura assistenziale la palazzina acquistata l'anno scorso dal Comune da Rfi per 225mila euro, viene sostituito da un più ambizioso obiettivo di realizzarvi un laboratorio-centro di controllo a servizio delle aziende agro alimentari. La comunicazione da parte del sindaco Davide Carigi è avvenuta venerdì sera in sede di Consiglio Comunale. "L’Amministrazione Comunale ha preso una decisone dolorosa - spiega Carigi - nonostante in questo tempo abbia lavorato con passione e impegno, e gli atti propedeutici che precedono l’indizione di un bando erano arrivati ad un buon punto. Il Comune di Beura Cardezza aveva già la disponibilità per 80 posti convenzionati, aveva già accordi preliminari con i proprietari dei terreni limitrofi all’immobile acquistato, stava ultimando una variante al Piano Regolatore che non è stata proprio una passeggiata ed altri atti tecnici come un particolareggiato progetto di  massima; ma la cosa più importante è che ad un nostro avviso di manifestazione di interesse avevano risposto positivamente aziende disposte ad investire per realizzare l’RSA, sobbarcandosi ovviamente tutto l’onere finanziario.
Purtroppo ora è sopraggiunta una causa che non avremmo mai potuto prevedere… cioè il Covid-19 - aggiunge il sindaco-.
In tutti questi mesi sulle RSA si sono abbattuti ogni sorta di accanimenti dovuti alla difficile situazione sanitaria, creando stravolgimenti nella loro gestione, come se queste strutture fossero luoghi dove la propagazione di questo virus fosse vista in un’ottica di colpevolezza nei confronti dei gestori e dei Sindaci.
Ovviamente tutto questo ha generato paure, perplessità e preoccupazioni a tutti i livelli, soprattutto se prima c’erano delle certezze e sicurezze nell’affrontare certi investimenti milionari, oggi non è più così e quindi anche noi crediamo che ci voglia il coraggio di interrompere questa esperienza perché non ci sono più i presupposti per continuare; purtroppo io ho anche la convinzione che ciò che sta accadendo ora si potrà ripresentare in futuro e a questo punto nonostante tutto abbiamo scelto di non rischiare, perché questo ci permette di limitare i danni che consistono nel tanto tempo impegnato, ma nelle esigue risorse economiche impegnate fino ad ora dall’Amministrazione Comunale".

"Il nuovo progetto è stato illustrato informalmente, durante un incontro svoltosi al Municipio di Beura il 14 ottobre scorso all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa ed al direttore dell’Istituto di Zooprofilassi del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta  Angelo Ferrari, che ne hanno condiviso la finalità in attesa di uno studio di fattibilità particolareggiato", spiega Carigi. In seguito a questo verranno individuate le risorse necessarie alla realizzazione della struttura, che ad opera finita sarà la seconda in Italia (una è a Teramo) ed una delle poche in tutta Europa a fornire determinate analisi e verifiche.

Il progetto parte dall'attenzione dell'Amministrazione Comunale per lo sviluppo agro-alimentare e dei prodotti locali di filiera (su tutti il successo de la Polenta di Beura); il nuovo obiettivo è dunque la creazione di un organismo di supporto alle produzioni locali e non solo: "Anche in una visione più ampia, anche regionale, nazionale ed europea, dei prodotti - aggiunge il sindaco - Crediamo molto nella produzione di filiera e soprattutto nella qualità degli stessi prodotti. Di conseguenza l’idea è finalizzata ad una struttura di controllo, analisi, verifica e certificazione di qualità dei prodotti della filiera agro-alimentare, il fine sarà dotare i prodotti anzidetti di “passaporto etico-alimentare”.
Nell’ambito di una ricognizione, volta a stabilire la futura destinazione dell’immobile, è stata valutata una proposta progetto presentata dal Consorzio 'De Alimentaria Qualitate' di Brescia, con sede presso il Centro di Zooprofilassi della Lombardia ed Emilia Romagna".

Il progetto è articolato. Si prevede la costruzione di un Laboratorio BL3 per l’esecuzione di produzioni sperimentali al fine di documentare il comportamento della flora lattica caratteristica dei prodotti e il destino dei patogeni in corso di produzioni artatamente contaminate. Quindi la creazione del Centro di Microbiologia Predittiva che è un’area specialistica della microbiologia degli alimenti indirizzata alle aziende.
A completamento del tutto, la creazione di una Piattaforma regionale dei prodotti agroalimentari su portale informatico;
l’utilizzo del Passaporto Etico delle produzioni agroalimentari, protetto da Marchio Europeo nei 27 Paesi dell’Unione e nel Regno Unito, che in stintesi è una carta di identità dei prodotti agroalimentari che ne facilita la commercializzazione specialmente all’estero.