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teatro arroyo uno
VERBANIA – 27.12.2015 – Verbania ha di nuovo un teatro.

Da questo dato di base, all’origine del dibattito pubblico sulla realizzazione di una struttura simile, si deve partire per ricostruire la storia di quello che, strada facendo e con modifiche varie in corso, è diventato il già Centro eventi multifunzionale, oggi “Maggiore”.

La storia comincia più o meno quindici anni fa con una riflessione pubblica e l’idea, ancora generica, che un nuovo teatro serve a Verbania e che, se si farà, l’area più idonea è il quartiere Sassonia. Siano a cavallo degli anni 2000. Dopo il 2004, a breve distanza l’uno dall’altro, chiudono a Verbania i due cineteatri intresi: lo storico “Sociale” e il “Vip”. Più tardi farà la stessa fine il “Sociale” di Pallanza. Viene così a mancare quel luogo fisico di arte e cultura che, nella memoria collettiva, s’incarnava proprio nel “Sociale” di Intra, demolito dai palchettisti in nome della speculazione edilizia negli anni ‘60. Il centrosinistra che nel 2004 ha rivinto le elezioni archiviando la lunga era Reschigna (1993-2004) e insediando Claudio Zanotti, accelera sul nuovo teatro. Viene proposto l’acquisto del “Vip”, destinato a asta fallimentare, e la sua conversione in sala teatrale. L’idea non prende piede perché la maggioranza politica opta definitivamente per piazza Fratelli Bandiera e il sito dell’ex macello, salvando l’ex Camera del lavoro demolita un anno fa.

Il 7 dicembre 2006 la giunta approva il testo del bando di concorso internazionale: opera da 10 milioni di euro con sala principale da 500 posti, secondaria da 200, 70 posti auto interrati, caffetteria e book shop. Al concorso, che assorbe tutto il 2007, partecipano in 104. Il vincitore è il gruppo Stones, raggruppamento temporaneo di professionisti con capogruppo l’architetto spagnolo Salvador Perez Arroyo. Il 10 marzo 2008 il gruppo Stones riceve l’incarico di elaborare il progetto preliminare e definitivo, che sale a più di 13 milioni e che la giunta approva il 25 settembre. Il 26 novembre ottiene le autorizzazioni nella conferenza dei servizi. Le elezioni incombono e sono previste per il 6 giugno 2009. Parte una corsa contro il tempo per approvare in Consiglio comunale il piano economico-finanziario (30 marzo 2009, votato con parere contrario dei revisori dei conti) e la variazione di bilancio per stanziare i fondi per la progettazione (21 aprile). Il 5 maggio, alla vigilia del voto, il dirigente del settore Lavori pubblici, tra le polemiche e le diffide della minoranza di centrodestra, affida l’incarico per la progettazione esecutiva.

Le elezioni segnano una svolta nell’opera. Sale al governo cittadino Marco Zacchera e la coalizione Pdl-Lega Nord-Udc-Indipendenti. Il 15 giugno l’incarico a Stones viene sospeso. Dal “no” al teatro perché troppo costoso sostenuto in campagna elettorale, la posizione cambia. Prende forma l’idea di spostare il teatro in riva al lago, nell’area dove sorge l’arena, già cava di sabbia. Anche il Carroccio si ricrede e il 9 settembre il Consiglio comunale approva la mozione per lo spostamento. Il 4 gennaio 2010 la giunta vota lo spostamento del progetto con una transazione a favore di Stones e un plus per un progetto culturale e di spettacoli, quello che diverrà poi TeatroCultura. È lo spartiacque del progetto, che cresce nei costi sfondando i 15 milioni di euro e acquista multifunzionalità con una vocazione anche convegnistica. Polemiche e esposti (a Procura, Autorità di vigilanza e Corte dei conti) non bloccano il Cem. Il 25 novembre 2011 il Consiglio comunale approva il Piano economico-finanziario. Il 28 novembre la giunta approva il progetto definitivo già approvato il 25 luglio dalla Conferenza dei servizi.

Il 3 novembre 2011 con l’assegnazione del contributo Pisu da oltre 10 milioni chiesto per l’opera, si iniziano a concretizzare le forme di finanziamento. Viene pubblicato il bando per la progettazione esecutiva e la costruzione, che il 30 novembre 2012 viene affidato al gruppo di imprese formato da Notari, Tecno Costruzioni e Cdl. La progettazione definitiva è lunga e ha una fase travagliata anche per via di alcune modifiche, strutturali e non, che si rendono necessarie. Il costo viene fissato a 16,9 milioni. Nel frattempo Zacchera s’è dimesso e è arrivato il commissario straordinario Michele Mazza. Il centrosinistra s’appella affinché sospenda l’opera, ma Mazza non può che completare il procedimento già avviato e in fase avanzata, approvando il 5 agosto 2013 il progetto esecutivo. Il 19agosto vengono consegnati i lavori. Il resto è storia di questi giorni.