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VERBANIA - 12-12-2020 -- Da moglie sottomessa a donna maltrattata. È stata una presa di coscienza, iniziata coi primi consulti allo Sportello donna e sfociata nella decisione di separarsi e di denunciarlo, quella che ha spinto una donna residente in Ossola a ribellarsi al coniuge. Lui, finanziere d’origini siciliane in pensione, l’ha sempre dominata, con quel carattere autoritario da padre-padrone che è peggiorato nel 2014, dopo che un ictus l’ha reso parzialmente invalido. Alle umiliazioni, come andare a fare la spesa e acquistare solo il cibo per sé e per i due figli e non per lei, sono seguiti gli insulti e le minacce. Un giorno, seduto in poltrona, la invitò ad andare nell’altra stanza a prendergli il fucile -che deteneva regolarmente- perché con quello le avrebbe sparato. Arrivò anche a picchiarla, infierendo con il bastone. E, quando ormai era iniziata la separazione, diede disdetta dell’assicurazione dell’auto di lei lasciando che circolasse senza copertura, in violazione del codice della strada. Ci furono anche liti per i risparmi di famiglia, che questi trattenne per sé.

Ora la coppia è separata ma per quegli episodi, tutti denunciati alla Procura, l’ex marito è finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, che il Tribunale ha punito con la condanna a due anni e a un risarcimento di 5.000 euro.