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con i doni delle famiglie italiane 800x533

DOMODOSSOLA -14-12-2020 - È in vendita a Domodossola da lunedì 5 ottobre, presso “Linea Studio” in via Cantarana 11, un libro del tutto particolare. S’intitola “Un sorriso, due caramelle”; è una raccolta di fiabe illustrate da disegni ma non è “per  bambini”; è scritto dai bambini. È  destinato ai loro coetanei ma anche agli adulti e, particolarità ancora più interessante, i suoi piccoli autori sono italiani e senegalesi. Fiabe e disegni provengono da due Paesi separati da migliaia di chilometri e da situazioni diversissime tra loro. Artefice di questo ponte fra Italia e Senegal è Stefania Pastore, vicepresidente dell’associazione “Help”. È domese e lavora a Como nella sede di un sindacato, dove ha a che fare con disoccupazione, Cassa integrazione e cose simili, ma svolge anche un ruolo essenziale per finanziare, attraverso quest’organizzazione comunitaria, progetti di sviluppo in Casamance, un’area rurale del Paese africano. Help è costituita da due associazioni distinte, con sedi rispettivamente in Francia e in Senegal. "È stata fondata nel 2006 da Luca D’Ottavio, di Roma e da  Mark Cirilli, di Marsiglia – spiega Pastore.  Promuove interventi per dare cose basilari alle popolazioni del Casamance: fornisce aiuto alimentare e scolastico, farmaci; sostiene la costruzione di pozzi d’acqua, la creazione di comunità femminili; ha realizzato un orfanotrofio e una scuola". Per quanto piccola, l’associazione può vantare numeri importanti: la scuola ha circa 410 bambini, l’orfanotrofio circa 25; le comunità femminili raggruppano dalle 20 alle 30 donne per ogni villaggio. "Abbiamo costruito 3 pozzi, con donazioni fatte da privati italiani – spiega ancora Pastore – Abbiamo in corso 3 progetti di produzione di sapone per circa 100 donne. Facciamo il pozzo per una famiglia che ne ha bisogno, ma poi serve per tutto il villaggio.” Stefania Pastore è la referente italiana per tutto quanto riguarda la raccolta fondi a favore di Help. È entrata nell’organizzazione nel 2008, in un modo pressoché casuale: "Volevo fare volontariato e cercavo un’associazione con cui fare il mio primo viaggio in Africa – racconta – Ho cercato in internet e ho trovato quest’organizzazione piccolissima, che è diventata un po’ la mia seconda famiglia. Dopo il mio primo viaggio sono successe cose brutte: sono morti due bambini di sette mesi per la malaria. Mancavano medicinali per coprire tutte le persone del villaggio; il medico doveva scegliere a chi dare il farmaco e a chi non darlo. Al primo viaggio ho dovuto prestare servizio in un ambulatorio pur non essendo né medico né infermiera. Gli ambulatori di lì non sono paragonabili a quelli che abbiamo noi, sono delle casettine. Ai tempi lavoravo in una casa farmaceutica, così sono riuscita a raccogliere medicinali per il morbillo e altri di cui avevo bisogno per farne la distribuzione. Casualmente il giorno in cui ero in ambulatorio per la distribuzione è arrivato un bambino ustionato; avevo portato il cicatrizzante e il medico ha dovuto incidergli un pezzo di carne. Mi sono trovata per caso a fare un lavoro che non era il mio. Il bambino è stato bravissimo, ha fatto solo due lacrime; poi ho saputo che è andata bene, è guarito." Tornata in Italia, Pastore ha iniziato subito a promuovere eventi per raccogliere fondi. Il primo di questi, già nel 2008, è stata la prima edizione del “Regalo riciclato”: una cena benefica al circolo del Badulerio, a Domodossola, in cui ogni commensale è invitato a portare un dono già incartato, da offrire per una lotteria. "Tutti riceviamo dei regali che possono non piacerci – spiega Pastore – Ho proposto di riciclarli così: visto che la gente rispondeva bene, da allora è stato un susseguirsi di eventi, cene di beneficenza, lotterie. A un certo punto ho conosciuto il Coro Gaudium, con cui abbiamo organizzato concerti sotto Natale e in primavera. Abbiamo lanciato le “Merende ossolane” … " Così Pastore arriva a raccogliere 4 – 5000 Euro, con cui copre parte del servizio medico e della distribuzione di farmaci in Casamance. Da Domodossola le iniziative hanno cominciato ad allargarsi a Varese e a Como. A Varese Pastore ha fatto amicizia con un fotografo, Rodolfo Slavic, che l’ha seguita in un viaggio in Senegal nel 2015. "È lì che è nata l’idea del libro di favole» spiega. Anche Slavic si è preso a cuore l’iniziativa e ha cominciato a organizzare la raccolta fondi a Varese, attraverso feste con “Truccabimbi” e altri eventi. "Sono stato subito rapito – racconta il fotografo - dagli occhi di bambini curiosi che erano a loro volta incuriositi da questo uomo che loro definivano Toubab ( “uomo bianco” in linguaggio wolof) Quell’uomo era forse più curioso e colpito di loro: dalla povertà in cui vivevano, ma allo stesso tempo dalla voglia di vivere che i loro sorrisi e i loro occhi emanavano. Ho pensato di farmene un po’ carico perché semplicemente lo sentivo nel profondo del mio cuore. Non sapete cosa si prova quando li vedi giocare per strada, nei loro poveri villaggi e quando capisci che loro sanno vivere delle piccole cose; quelle che noi diciamo sempre di cercare ma, che in realtà ci sfuggono, perché presi sempre da altro." Pastore organizza anche a Como uno o due eventi all’anno, grazie all’aiuto degli Alpini. "Ho ancora buoni rapporti con case farmaceutiche che riescono a darmi qualcosa – dice – Alcuni miei ex colleghi, tifosi calcistici del Torino Club di Gattinara e del Fiorentina Club “Impronta Viola” di Locarno per 3 o 4 anni hanno organizzato raccolte di fondi per il “Progetto Novedan” dal nome di un torneo di calcio tutto particolare che fanno in Senegal. Il responsabile del club della Fiorentina mi ha ordinato qualche copia del libro per i suoi nipotini e mi ha detto che forse nel 2021 potrebbero riprendere a fare progetti per me." Torniamo al libro. Com’è nata l’idea? "Nel 2015 ho fatto un viaggio in Casamance con il mio amico fotografo Rodolfo Slavic – racconta Pastore - Stavo seguendo scuola “Diatta” nel Villaggio Ziguinchor. Prima che partissimo, una bambina di Como aveva scritto una fiaba che volevo portare in questa scuola africana. Rodolfo aveva raccolto una fiaba da alcuni bambini di Varese. Mi è venuta l’idea di far rappresentare in maniera teatrale queste due fiabe dai bambini senegalesi. Mi sarebbe piaciuto creare uno scambio fra le due culture, attraverso uno scambio tra fiabe italiane e africane. Abbiamo raccolto 400 nasi rossi per la rappresentazione teatrale; abbiamo studiato le scenografie con i bambini italiani poi ci siamo affidati alle improvvisazioni di quelli senegalesi. Ho chiesto al direttore della scuola africana di far scrivere delle favole non lunghe anche ai suoi bambini. Da allora sono passati 5 anni in cui non abbiamo potuto mandare avanti l’iniziativa perché avevamo tutti gli altri eventi da organizzare. Poi, grazie al lockdown che ci ha tenuti in casa per due mesi, Rodolfo e io siamo riusciti, a distanza, a portare a termine il progetto. Io ho rotto le scatole a tutte le mamme che avevano i bambini a casa per farmi mandare delle fiabe; la maestra Lorenza Chiapparini delle scuole Kennedy me ne ha trasmesse 23 con altrettanti disegni. Altre sono arrivate da Como, da Varese, dal Senegal che ha chiuso le scuole pochi giorni dopo l’Italia. In tutto sono circa 40. È stato un lavoro lungo – conclude Pastore - Ringrazio Rodolfo che è riuscito a buttarlo giù. Ho coinvolto Sabrina Barbuto, di Linea Studio, perché mi ha sempre aiutato per i progetti precedenti; lei ha dato il tocco finale, ha risvegliato con la grafica certe emozioni che durante il lockdown sono andate calando, perché ci siamo chiusi in un mondo di paure. La stampa è stata affidata alla Press Grafica di Gravellona Toce, la cui contitolare, insieme con il marito, è amica di Sabrina. Ogni copia del libro ha dei segnalibri che raffigurano animali; sono fatti di stoffe africane cucite da una sarta. Tutto era bloccato dal lockdown ma io ho conosciuto una ragazza di Milano sposata ad un Africano, che vende una particolare stoffa chiamata “Jafrica”; lei ha un’amica marchigiana che fa la sarta, pure lei spostata ad un uomo del Burkina Faso. Ha un atelier e mi ha fatto i segnalibri: io e lei ci siamo sentite solo per telefono e Whatsapp. A fine agosto ho incontrato Sabrina per presentarle il lavoro; lei ha sistemato tutto il libro lavorandoci anche di domenica. Si è presa molto a cuore la vicenda. Anche l’impresa di Gravellona è stata velocissima a stampare le 580 copie del libro.» Il costo del volume è 15 Euro. Chi fosse interessato può contattare Stefania Pastore, mail  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   WhatsApp  340 9894092

Link alla videointervista  https://youtu.be/2FjjaF2D4IQ  

Mauro Zuccari  

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