VERBANIA - 14.12.2020 - Nel silenzio generale l'ospedale Castelli rischia di morire un po' per volta e la pandemia gli assesterà il colpo fatale. E' il grido d'allarme lanciato dal gruppo consiliare di Verbania Civica e dal Comitato Salute del VCO in una conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi davanti al nosocomio verbanese. Anche il gruppo consiliare Insieme per Verbania e il Comitato Costituente del VCO di Voce Libera esprimono preoccupazione per il depauperamento dell'ospedale e con la conseguente chiusura di alcuni reparti e del Dea. Grande Nord (Roberto de Magistris) si unisce al coro: "Ogni giorno piano piano si sta smantellando il Castelli per dimostrare che non funziona e quindi portare l’ospedale nuovo in Ossola che notoriamente non è proprio baricentrica. Completando poi il progetto svendendo il
Castelli a favore di qualche privato, magari con l’aiutino di qualche pseudopolitico".
A dare spunto alle preoccupazioni di Verbania Civica e Comitato salute VCO, la risposta dell'ASL all'interrogazione presentata dal consigliere Laura Sau nel Consiglio comunale del 30 novembre.
Nella seconda metà di ottobre (esordio della 2° ondata pandemica) la decisone più controversa: l’ASL concentra sul Castelli tutti i malati Covid, fermando l’attività chirurgica programmata e mantenendo solo quella urgente e oncologica. A Domodossola sono spostati oltre gli interventi programmati, tutti i letti di terapia intensiva cardiologica (UTIC) per disporre di più letti di rianimazione Covid a Verbania. A fine ottobre però si sospendono al Castelli anche gli interventi urgenti (chirurgia, ortopedia, cardiologia), dirottati verso il S. Biagio, con l’intenzione di fare di Domo un Ospedale Covid free e di ridurre il Castelli a un ospedale Covid full.
Questo nonostante una direttiva regionale precisasse che i posti letto Covid dovevano esserci in tutti gli ospedali pubblici del Piemonte, indipendentemente dall’avere o meno il Reparto Infettivi.
Non a caso vista la insufficiente capienza del Castelli anche il San Biagio finisce poi per accogliere posti letto Covid.
"Sembra quasi che si siano volute fare le prove generali per decretare la morte del Castelli quale Ospedale 'generalista', azzerando i posti letto di alcune specialità, spostando quasi tutte le urgenze verso l’altra sede; e tutto è avvenuto nel silenzio, senza informare la cittadinanza nei vari comunicati stampa emessi dalla ASL. Infatti, mentre tali comunicati (giustamente) indicavano e davano indicazioni sulla chiusura del Punto nascita di Domo, nulla hanno detto su quanto non era più disponibile al Castelli: i pazienti lo apprendono o quando si recano al Dea ovvero quando vengono accolti in una ambulanza.
Chiediamo che - terminata l’ondata pandemica (tutti speriamo al più presto) - si ristabiliscano al Castelli tutte le attività precedenti e le risorse necessarie per recuperare in tempi rapidi il ritardo, che si è accumulato in seguito al blocco di tutte le attività programmate sia nei vari reparti/servizi che nei vari ambulatori". La richiesta di Verbania Civica e del Comitato Salute del VCO si completa con l'invito al Presidente della Rappresentanza dei sindaci di convocare urgentemente un incontro con la Direzione generale dell’Asl "al fine di bloccare ogni tentativo maldestro e di rimettere sul tavolo l’intera questione della sanità del nostro territorio, con senza o senza pandemia". Ad avvalorare ulteriormente le preoccupazioni dei due gruppi, la scelta dello scorso giugno (poi non andata a buon fine per la scarsità di fondi), di destinare 9 dei nuovi 15 posti di rianimazione previsti dal piano regionale al san Biagio; 4 sarebbero andati al Castelli e 2 al Coq. Alla fine, tuttavia sono stati attribuiti 6 letti a Domo e 7 al Castelli.
Un appello all'unità delle forze politiche cittadine per salvare il Castelli giunge dal gruppo consiliare Insieme per Verbania e dal Comitato Costituente del VCO di Voce Libera.
"La riprogrammazione delle attività ospedaliere in funzione dell’emergenza COVID-19, non può non riproporre alla nostra attenzione alcuni seri interrogativi riguardanti il futuro dell’Ospedale Castelli di Verbania, nel quadro della riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio del VCO", si legge in una nota congiunta.
"Il forte allarme provocato dalle indicazioni dell’ASL VCO che porterebbero, al termine dell’emergenza, al trasferimento ad altro ospedale dei reparti di Ostetricia e Ginecologia del Castelli, con evidenti ricadute di criticità per i cittadini appare in conflitto con dichiarazioni politiche, anche recenti, di chi riveste importanti ruoli in Regione, con le quali si danno rassicurazioni e a cui devono seguire concreti atti amministrativi, sul mantenimento del DEA dell’ospedale “Castelli” nel contesto di un’offerta sanitaria basata, nel VCO, su tre poli ospedalieri.
La preoccupazione degli operatori di settore è ancor più legittima ove si consideri come sia difficile conciliare il mantenimento di una struttura essenziale come il DEA a fronte del ventilato trasferimento da Verbania di reparti importanti.
Ribadiamo l’assoluta necessità, che l’Ospedale di Verbania mantenga il proprio DEA e sia potenziato anche come centro di riferimento per la cura delle patologie tempodipendenti, quali ictus ed infarti, dotato a tal fine di una propria unità di emodinamica mantenendo a Verbania i Reparti di Ostetrica e Ginecologia e tutti quelli previsti dalle norme vigenti collegati alla presenza del DEA di 1° livello.
Condividiamo la prospettiva di un’offerta sanitaria che nel VCO sia articolata su 3 ospedali, 2 dei quali, Verbania e Domodossola, dotati di DEA di primo livello, lavorando anche per il consolidamento della natura specialistica dell’ospedale di Omegna, ma non possiamo accettare alcun indebolimento dell’offerta sanitaria dell’Ospedale Castelli”, concludono Insieme per Verbania e dal Comitato Costituente del VCO di Voce Libera, facendo infine appello al sindaco Marchionini a lavorare su una prospettiva di chiara e netta a difesa dei servizi.
De Magistris conclude sulla stessa linea: "Visto che la politica non è stata capace di proporre un piano che facesse l’interesse dei residenti invece di quello dei politicanti, continuiamo a sostenere
la difesa di tutti i nostri ospedali collaborando con chi si impegnerà nella difesa e nel potenziamento dell’esistente prescindendo dall’appartenenza politica".