VERBANIA - 15-12-2020 -- Quell’allusione su Facebook al conflitto d’interesse e alla scorrettezza della giornalista gli costerà cara. Mille euro di multa, il pagamento delle spese legali alla parte civile e il risarcimento provvisionale di 5.000 euro è la pena che il Tribunale di Verbania ha stabilito per Nicola Di Nozzi, imprenditore verbanese che, nel 2017, fu tra coloro che più vivacemente, sui social network, commentarono la faida creatasi tra i commercianti a seguito della cancellazione dell’evento estivo “Intra by night”, cofinanziato dal Comune.
Dopo una prima, positiva edizione di giovedì musicali con animazione in piazza e negozi aperti, all’inizio del 2017 l’associazione “Intra Insieme” (costituita l’anno prima proprio per promuovere eventi nel cuore commerciale della città), riscontrando una scarsa adesione tra i 150 colleghi del centro storico, decise di rinunciare alla manifestazione che si sarebbe dovuta tenere da lì a pochi mesi. C’era già malumore tra alcuni negozianti, che imputavano al consiglio presieduto da Luca Mainardi una gestione non troppo limpida del denaro, addossando le responsabilità a Piero Pratesi, titolare di Rvl la radio e colui che, materialmente, aveva svolto l’incarico di direttore artistico di Intra by night. Il bilancio dell’associazione, fotografato da un socio all’assemblea, era circolato di bacheca in bacheca con commenti negativi, per i quali lo stesso Pratesi ha presentato diverse querele per diffamazione, in parte archiviate dal gip ma, in alcuni casi, chiuse con decreti penali di condanna.
In questo quadro di rapporti tesi, il presidente Mainardi diffuse il 25 aprile un comunicato stampa in cui ufficializzava la fine della manifestazione. Lo mandò a tutte le testate locali, che lo ripresero. Tra queste, una commissionò il servizio a Maria Elisa Gualandris, collaboratrice di diverse testate tra cui Rvl la radio. Questo collegamento, unito al contenuto -evidentemente sgradito- del servizio provocò il commento di Di Nozzi, compagno di una commerciante intrese. Su Facebook sottolineò la “grande prontezza” con cui fu data “voce a Mainardi (senza contradditorio) che faziosamente ha fatto passare i commercianti di Verbania come i ‘cattivi’ che boicottano Intra by night” e alluse a “una simpatica coincidenza…”, cioè il collegamento tra Gualandris e Rvl la radio e, di conseguenza con Pratesi.
Condividendo quel post, Massimo Stoppa, leader del movimento civico Verbania Nova che, nel 2019, si presentò alle elezioni comunali di Verbania, aggiunse l’interrogativo: “una verbanopoli?”.
La giornalista, sentendosi diffamata perché era stato messo in dubbio il suo operato professionale, sporse querela e la Procura ottenne dal gip due decreti penali di condanna ai quali Di Nozzi, difeso dall’avvocato Luca Ruppen; e Stoppa, rappresentato dall’avvocato Laura Ferrara, si sono opposti. Il primo s’è difeso dicendo di aver in effetti rilevato un’insolita solerzia ma di non aver avuto intenti diffamatori. Il secondo ha chiarito che, per lui, Verbanopoli si ispira a Paperopoli più che a tangentopoli.
Nonostante la richiesta di assoluzione del pm Maria Traina, accolta per il solo Stoppa, il giudice Annalisa Palomba ha condannato l’imprenditore a 1.000 euro di ammenda e a un risarcimento alla giornalista, costituita parte civile con l’avvocato Christian Ferretti, di 5.000 euro di provvisionale.