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tribunale ingresso atrio

VERBANIA - 17-12-2020 -- Sarà sciolta nelle prossime ore la riserva del gip Beatrice Alesci sulla richiesta di liberazione avanzata dai legali di Stefano Cerlini, l’ingegnere cusiano che, da venerdì scorso, è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione, falso e truffa in concorso con gli altri tre indagati per il cantiere del palasport di Gravellona Toce.

Ieri mattina si sono presentati in Tribunale per gli interrogatori di garanzia.

Accompagnato dagli avvocati Massimo Giro e Roberto Sgaria, è entrato nell’ufficio del gip poco prima di mezzogiorno e ha risposto alle domande del giudice e del sostituto procuratore Sveva De Liguoro, titolare del fascicolo. L’indagine non è nata nel Vco, ma a Ivrea, ed è la costola di un più ampio procedimento aperto indagando sugli appalti della Tecnoedi. Gli accertamenti sono stati condotti dalla Guardia di finanza di Cuneo che, attraverso intercettazioni e pedinamenti, ha costruito l’ipotesi accusatoria, cioè quella di un accordo tra impresa e direzione lavori per gonfiare i costi delle opere -soprattutto per la realizzazione degli impianti- tramite una perizia di variante approvata dal comune di Gravellona (estraneo alla vicenda) al fine di guadagnare illecitamente.

Su questi aspetti  ha fornito chiarimenti puntuali, e non solo sul ruolo nella direzione lavori, presa all’epoca con una gara d’appalto “Questo è uno dei motivi per cui, oggettivamente, non ci sono le condizioni per mantenere la misura degli arresti domiciliari – dice l’avvocato Giro –. Il nostro assistito non può reiterare il reato perché non svolge più il ruolo di direttore lavori, né può inquinare le prove. E, soprattutto, non ci sono in alcun caso indizi di colpevolezza sussistenti”.

Sulla richiesta di revoca dei domiciliari, il gip s’è riservata una decisione, così come lo stesso pm De Liguoro che, nel corso della giornata, ha presenziato agli altri interrogatori.

L’ingegnere e i suoi legali respingono ogni accusa. “L’interrogatorio è servito per chiarire anche alla stessa Procura alcuni aspetti tecnici - prosegue Giro -. Il fascicolo è corposo e composto da oltre quattromila pagine di atti d’indagine provenienti da Ivrea”.