VERBANIA - 17-12-2020 -- Per la resistenza, la precipitosa fuga dalla polizia con inseguimento a tutto gas fino al lungolago, ha svolto i lavori socialmente utili, estinguendo il reato. Per la tentata truffa dello specchietto, invece, ha trovato un accordo con la parte offesa, risarcendo il danno e ottenendo il ritiro della querela. A poco più di un anno di distanza dalla “movimentata” mattina vissuta a Verbania, il 33enne milanese d’origini siciliane che si rese protagonista di una pericolosa fuga in auto, ha chiuso il suo conto con la giustizia.
Le sue disavventure iniziarono la mattina del 26 novembre quando, nel parcheggio di un centro di bricolage del quartiere Sant’Anna, tentò invano la truffa dello specchietto. Finse che un automobilista in manovra l’avesse urtato danneggiandogli lo specchietto retrovisore esterno che, in effetti, mostrò staccato. In realtà era un trucco per spillare qualche centinaia di euro con un risarcimento seduta stante che evitasse il ricorso all’assicurazione. Il pensionato che provò a ingannare non ci cascò e fece storie. Così, pensando di essere stato scoperto, il 33enne si mise al volante di una Fiat Punto Abarth e partì sgommando. Percorse a folle velocità alcune vie di Pallanza, tallonato dalla polizia -nel frattempo allertata- che lo fermò, rincorrendolo, dopo che a piedi (e dopo aver abbandonato l’auto sotto Palazzo di Città) cercò di dileguarsi a piedi tra i vicoli.
Fu arrestato e processato per direttissima, scegliendo il rito abbreviato per il primo reato. Per la tentata truffa, per la quale s’è proceduto tramite querela di parte, ha dovuto attendere l’avvio del secondo procedimento penale. Entrambi sono stati definiti ieri.