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VERBANIA - 18-12-2020 -- Tentato omicidio aggravato. È questa l'accusa che la Procura di Verbania contesta a Maria Carmela Scognamiglio, la 23enne che martedì è stata arrestata dalla Volante della questura dopo aver tentato di accoltellare, durante la messa delle 18, il parroco di San Vittore, don Costantino Manea. 
Stamane la giovane, di origine napoletane ma residente a Verbania da qualche anno, s'è presentata davanti al gip Elena Ceriotti, per l'udienza di convalida. Difesa dall'avvocato Pietro Massaro di Torino, ha risposto alle domande del giudice, raccontando di non aver mai avuto l'intenzione di fare del male al sacerdote. 
"Voleva solo farsi arrestare, come accaduto altre volte - dichiara il suo difensore -. Non ha ferito il sacerdote, che non conosce, e quando è stata fermata, non ha opposto resistenza. Se non fosse arrivata la polizia, sarebbe andata lei in questura. Non ha mai avuto alcuna intenzione di uccidere nessuno". 
La difesa riconduce questo gesto "dimostrativo" ai riconosciuti - l'avvocato ha prodotto due perizie psichiatriche redatte in due precedenti processi - problemi personali. "Non ha una casa in cui stare e, a Verbania, il dormitorio pubblico so essere solo maschile - prosegue -. Servirebbe l'intervento dei servizi sociali o del Comune".
Il pm Sveva De Liguoro ha chiesto che la giovane (che è pregiudicata e si trova nella casa circondariale di Vercelli) resti in carcere. La difesa ne ha invece chiesto la liberazione. Il giudice s'è riservata la decisione.