VERBANIA - 19-12-2020 -- Antonio Carpignoli, “nonno Nino”, era il volto dell’impegno sociale del volontariato, di quella Terza Età vissuta come una risorsa e non come un peso. Originario della provincia di Torino, responsabile di produzione in stabilimenti industriali, s’era trasferito a Verbania per lavoro. Da pensionato, qualche anno fa, conobbe -a causa del triste decorso della malattia della moglie- l’attività degli Angeli dell’Hospice, dei quali diventò volontario. Fu l’inizio di una seconda vita conclusa giovedì, all’età di 87 anni. Carpignoli è morto all’ospedale di Domodossola, dov’era stato ricoverato dopo un malore accusato nella sua casa di Pallanza, dove viveva da solo, in piena autonomia. Del resto la carta d’identità per lui mentiva. Lo dimostra l’impegno concreto e fattivo per il progetto “La cura è di casa” promosso dal Consorzio dei Servizi sociali del Verbano e dalla Fondazione comunitaria del Vco per evitare e ritardare l’ingresso in casa di riposo degli anziani autosufficienti. Del progetto era diventato una sorta di testimonial, accudendo l’amico ultracentenario Mario Soregaroli. Il Covid-19 negli ultimi mesi li aveva tenuti forzatamente separati, ma la speranza di nonno Nino era quella di tornare presto a fare tutto ciò che, incessantemente e con lo spirito di un ragazzo, faceva per gli altri.
Il funerale sarà celebrato stamane alle 11 nella chiesa di San Leonardo a Pallanza. Carpignoli lascia i figli Maurizio e Cristiana. Lo ricordano con affetto gli amici della Cura è di casa: “grazie per la tua allegria contagiosa, per la tua disponibilità incondizionata, per la tua generosa sensibilità. Ci mancherai”.