TORINO - 22-12-2020 -- Il sindaco non torna libero. Il Tribunale del Riesame oggi ha sciolto la riserva sulla richiesta, avanzata dalla difesa (avvocati Marisa Zariani e Marco Ferrero) e discussa giovedì scorso, di revoca della misura degli arresti domiciliari per Giuseppe Monti (nella foto). Dal 25 novembre, su richiesta del procuratore Olimpia Bossi e su decisione del gip, il primo cittadino del borgo ossolano subisce una misura restrittiva conseguente ai reati per i quali è indagato: turbativa d’asta e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
L’inchiesta riguarda la gestione e l’ampliamento della casa di riposo comunale, che è in appalto alla cooperativa lombarda Kcs, destinataria di una proroga dell’originario contratto, data senza gara e –nell’ipotesi dell’accusa – retrodatando e falsificando alcuni atti. In più la società avrebbe finanziato con una rilevante somma i lavori di ampliamento effettuati la scorsa estate dal Comune, con l’apporto di fondi privati e della manodopera dei volontari, quando Monti insistette per creare un reparto Covid-19 non autorizzato dalla Regione, né preventivamente alle opere, né a posteriori. Dopo i lavori, il Comune concesse la già citata proroga di sei anni.
Contro la decisione del Tribunale del Riesame, la difesa può ricorrere. Nel frattempo Monti resterà ai domiciliari e, in conseguenza di ciò, rimarrà sospeso dalla carica di sindaco secondo quanto disposto all’indomani dell’arresto dal prefetto sulla base della legge Severino. Il fatto che il primo cittadino non si sia dimesso non ha certamente giocato a favore della richiesta di revoca dei domiciliari, dal momento che la misura si fonda sul rischio che Monti reiteri il reato o inquini le prove.