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pallavicino villa

STRESA - 08-01-2021 -- Più forte della pandemia. Nell’anno in cui tutto il turismo del Lago Maggiore ha patito gli effetti del Covid-19, con alberghi chiusi e turisti -soprattutto stranieri- rimasti a casa, il parco di Villa Pallavicino ha registrato una crescita dei visitatori. I biglietti staccati nel 2020 sono stati circa 62.400, il 5,9% in più dei 66.100 del 2019, anno di turismo a pieno regime. È un exploit significativo, in controtendenza rispetto ad altri siti turistici nazionali, che premia la gestione della famiglia Borromeo, che ora ha completato l’acquisto della proprietà.

Oggi nel parco di Villa Pallavicino si trovano oltre 50 specie di animali e un ricco patrimonio botanico. È il punto d’arrivo di una storia iniziata a metà del XIX secolo. Nel 1855 Ruggero Bonghi, politico e letterato di Napoli, fece costruire la villa nella proprietà cosiddetta “Sabbion grossa”, nome che deriva dal corso d’acqua che la attraversa. Successivamente vi aggiunse un’altra proprietà, “la Filippina”. Nel 1862 il complesso fu ceduto ai Pallavicino, ramo genovese di una delle più antiche famiglie nobiliari del feudalesimo italiano, che lo ampliò e lo migliorò. Nel 1956 gli eredi decisero di trasformare villa e parco in una struttura turistica incentrata sulla botanica e sulla zoologia. La gestione è andata avanti sino al 2017, quando sono subentrati i Borromeo, che vi hanno dato nuovo impulso.